Melamed – La scuola non si ferma

Innovazione. Tecnologia. Un computer per tutti. Già nelle scuole ebraiche italiane queste parole non sono solo vuoti slogan, bensì uno strumento che permette progetti di qualità e un modo innovativo di lavorare in classe. Ma in questi giorni, in Israele, il senso di queste parole diventa ancora più profondo. Le tre parole con cui la WorldORT – l’organizzazione mondiale che si occupa di educazione e formazione in campo ebraico e non solo – ha scelto di raccontarsi sono Innovazione, Educazione e Impatto. La sintesi perfetta di quello che sta succedendo agli studenti che vivono nella parte meridionale di Israele, a cui è stato detto di stare a casa. Stare a casa però non significa non studiare, perché grazie alla “smart classroom technology” che è stata sviluppata negli ultimi anni nel Negev le lezioni continuano, a casa o addirittura nei rifugi. Gli insegnanti hanno a disposizione una postazione computerizzata, lavagne elettroniche e software che permettono di interagire con gli studenti, anche a distanza. Sono già centinaia le classi così attrezzate, e diventeranno un migliaio entro il 2013, sulla base di un programma che era stato inizialmente lanciato per aiutare i bambini ricoverati in ospedale. Per la legge israeliana i bambini che devono restare in ospedale per più di tre giorni devono seguire le lezioni e nella maggior parte degli ospedali sono a disposizione libri e tutor che seguono i piccoli studenti in modo che non restino indietro rispetto ai loro compagni. È noto però che non è solo il contenuto delle lezioni ad essere rilevante ma anche l’esperienza globale della scuola: i rapporti con i compagni, con gli insegnanti, le chiacchere e le risate, così grazie all’iniziativa della ORT ora sono 27 gli ospedali israeliani che hanno programmi di apprendimento a distanza e in cui i piccoli ricoverati hanno a disposizione un portatile e possono collegarsi con la propria classe e fra loro, una vera comunità virtuale. Parliamo di circa 100mila bambini all’anno, e il sistema che funziona in ospedale funziona anche nei rifugi, per cui appena sono iniziate le ostilità l’organizzazione ha iniziata a distribuire portatili alle scuole, per permettere di continuare a fare lezione, di non essere isolati, succeda quel che succeda.

Ada Treves
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