Qui Napoli – “Cercare la verità”

La specificità di Moked e di Pagine ebraiche deve essere quella di cercare la verità e non lasciarsi influenzare da chicchessia. Anche gli autori devono attenersi al criterio di cercare la verità con tutte le proprie forse e mezzi. Nascondere anche una parte della verità rientra nel divieto midevar sheker tirhak, allontanati dalle parole menzognere: l’omissione e ogni affermazione o gesto che può essere frainteso e che pertanto allontana dalla verità è cosa falsa, peggiore del raccontare direttamente una menzogna, proprio perché si vuole presentare sotto false spoglie della verità e dell’obiettività. Nel seguito alcuni esempi tratti da quanto pubblicato recentemente su Moked. Affermare, per esempio, che i commenti della stampa sono stati realistici, quando non si dice prima che una pioggia di missili ha colpito il sud d’Israele per mesi e mesi e che Israele ha vivacemente protestato è omettere una parte fondamentale della verità perché non sottolinea il fatto che Israele ha sgomberato Gaza anni fa (in seguito a molte polemiche interne!), che in questa occasione – come del resto anche in quella di “piombo fuso” – ha reagito alla provocazione di Hamas: nascondere una parte della verità e delle cause che hanno prodotto l’attacco israeliano significa fare una falsa affermazione. Né vale l’argomento “ma questo è a tutti noto”, quando sappiamo che questo non accade. Difendere i propri civili è un dovere dello Stato e quindi della leadership palestinese di Hamas. Deve essere ripetuto a chiare lettere che Israele avvisa con congruo anticipo le popolazioni civili che sta per bombardare. Perché, invece, nascondere che Israele è l’unico stato al mondo che prima di bombardare avvisa i civili che sta per farlo con volantini scritti in arabo e con telefonate a casa. Dire che l’utilizzo della popolazione civile è una strategia obbligata è grave perché sembra giustificare la morte dei civili e farne cadere la responsabilità sugli israeliani! Deve essere invece detto chiaramente che la responsabilità delle morti dei civili è solo di chi li coinvolge e li strumentalizza e di chi usa le loro case come basi missilistiche. Responsabilità della maggioranza silenziosa. Se i palestinesi “civili” non protestano e consentono silenziosamente ai loro capi di usare le loro case come rampe per i missili sono responsabili di quanto loro accade. Ricordo che anche i nazisti hanno assassinato milioni di persone, mentre la popolazione civile accettava silenziosamente che ciò avvenisse. Gli alleati hanno colpito le città tedesche in quanto responsabili dell’appoggio dato al regime tedesco che loro si erano scelto e non avevano contestato. Chi ritiene che il conflitto sia oggi solo politico – territoriale (come era in effetti all’inizio) fa finta di non vedere quanto accade nel mondo islamico. Il conflitto tra Israele e i palestinesi purtroppo ha superato i limiti puramente politici e, a causa dell’estremismo religioso, ha assunto una connotazione sempre più religiosa: molti ignorano per ignoranza o volutamente che per la concezione islamica, Israele e gli ebrei, in quanto Dhimmi, non possono avere l’indipendenza in una terra che i palestinesi (aizzati dai loro leader religiosi – politici) considerano come parte integrante della Dar halislam.
Concludo con una citazione dalla nostra tradizione. Proprio mentre Crociati e musulmani si contendevano Gerusalemme, quando il popolo ebraico veniva massacrato dai crociati in Europa, Rashi nell’11° secolo nel commento al primo versetto della Genesi, ha la “temerarietà” di scrivere che la terra d’Israele è stata destinata da Dio stesso al popolo ebraico e che quindi ad esso prima o poi dovrà tornare… Penso che noi ebrei dovremmo far valere maggiormente i diritti che vengono dalla nostra tradizione culturale, storica, letteraria ecc, non meno di quanto facciano i musulmani e i cristiani. Allora, forse, ci prenderanno più sul serio.

rav Scialom Bahbout, rabbino capo di Napoli

Grazie per questo intervento, interessante e utile anche in preparazione al seminario su Informazione e Legge ebraica che la redazione vorrebbe organizzare nel prossimo futuro. Proprio per evitare la diffusione di notizie infondate bisogna però ricordare che anche in una ricerca d’archivio approfondita non risulta che la redazione abbia mai pubblicato testi, propri o di altri, in cui si afferma che i commenti della stampa siano stati realistici, ma semmai precisamente il contrario e cioè che i commenti si sono in genere dimostrati più realistici della volta precedente. Un’affermazione che trova il suo significato proprio nell’assunto che i commenti della stampa, che purtroppo in questi casi non si dimostrano mai equilibrati, questa volta, di fronte all’evidenza dei fatti, grazie al ruolo della barriera di difesa della popolazione civile approntata in Israele, hanno almeno dovuto arrendersi a un minimo di realismo e non sono riusciti a superare la scorrettezza della volta precedente. Tale interpretazione, che come tutte le interpretazioni può certamente essere considerata soggettiva e che ovviamente non è obbligatorio condividere, risulta condivisa dalla maggior parte degli analisti del settore.

g.v