…donne
Ieri era la giornata internazionale della donna, una giornata che si voleva ed è stata di lotta contro il “femminicidio”. Termine coniato da poco, che avremmo voluto non coniare mai, ad indicare la violenza contro le donne, famigliare o pubblica che sià, perchè donne. Scopriamo così che nel nostro Paese, dove l’emancipazione femminile è arrivata più tardi che in altri paesi dell’Europa occidentale, ma alla fine è arrivata, ci sono state 113 donne morte ammazzate in questo 2012 che volge ormai verso la fine. Quante saranno il 31 dicembre? Pensavamo che esercitare la violenza contro le donne fosse un segnale di arretratezza, e scopriamo di non essere diversi dalle società tradizionali in cui le donne sono segregate in casa e obbligate al velo. Pensavamo che la questione femminile fosse una di quelle che più divideva il mondo occidentale dal mondo islamico, che non accetta l’uguaglianza delle donne. E invece scopriamo, guardando quei numeri, ripercorrendo quelle storie di violenza e di morte, che a non accettare l’uguaglianza femminile sono gli uomini (non tutti, certo), e che questa mentalità resiste, e anzi riprende vigore con il degrado delle condizioni economiche e sociali, anche in società come la nostra in cui la legge afferma a chiare lettere l’uguaglianza di tutti davanti allo Stato. Vediamo con orrore che a giustificare la violenza contro le donne nella mente di questi uomini è proprio il loro essere per legge uguali, lo ha scritto ieri con forza e ricchezza di analisi Giulia Galeotti in un editoriale dell’Osservatore Romano. In questa guerra interna alla società, il posto di chi crede nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro sesso, dal loro colore, dalla loro religione, è assai chiaro. Non è, come scriveva ieri Pierluigi Battista, “una rivendicazione femminista in senso stretto, ma una rivendicazione democratica universale”, per cui si devono battere tutti, uomini e donne, e a cui noi ebrei, per la nostra storia, abbiamo l’obbligo di aderire con tutto il nostro impegno.
Anna Foa, storica