Il giudizio, la misura

La settimana appena trascorsa, stando alle cronache dei giornali, è stata proprio horribilis. I danneggiamenti alla sinagoga di Parma e al cimitero ebraico di Vercelli, l’aggressione ai tifosi inglesi in un pub di Campo de’ Fiori a Roma, le code polemiche sulle manifestazioni con denunce, scambi d’accuse, insulti di fronte alla Sinagoga di Roma. Come si dice in questi casi, sono segnali che non vanno sottovalutati.
Ma quale è il compito di una dirigenza ebraica seria e lungimirante nel momento in cui il contesto internazionale è incerto e i conflitti sociali acuiti dalla crisi economica? Io ritengo che tutti dovremmo compiere un esercizio di cautela, affrontare ogni singolo episodio nella sua specificità, evitare le semplificazioni, fondarci sui dati reali e non sulle impressioni emotive, evitare allarmismi. Siamo davvero sicuri che l’antisemitismo in Italia sia così diffuso e in crescita? Le indagini su questo argomento si prestano a diverse letture, ma innanzitutto vanno lette.
E siamo sicuri che questa continua denuncia di episodi sicuramente gravi, ma spesso marginali, faccia il gioco della nostra comunità e non quello dell’estremismo intollerante? A forza di gridare sempre che il lupo sta arrivando, non rischiamo di creare assuefazione e persino stanchezza in chi ci ascolta? Io temo di sì. Ritengo che prima di parlare di antisemitismo sui mezzi di informazione dovremmo fare mille verifiche, e mai amplificare ciò che clamoroso non è, come sono le bravate di energumeni (da condannare, ca va sans dire).
Facendo il contrario si fa leva sullo stesso meccanismo di tanta parte della politica italiana ed europea in tempo di crisi. Iniettare paura aumenta il consenso interno e la capacità di mobilitazione. Se il nemico ci ascolta tutti sono pronti a partire. Basta leggere i forum su Facebook per rendersi conto degli scambi quasi sempre sopra le righe e decisamente troppo allarmati. Occorre cautela, realismo e senso delle (nostre) proporzioni. Cerchiamo di non dimenticarlo mai.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi