Amy e Mitch Winehouse

In un’epoca che sta ancora cercando i suoi eroi, non stupisce sentir parlare dell’imminente arrivo di un film biografico su Amy Winehouse. La cantante dal talento maledetto, dalla capigliatura più pesante del suo esile corpo malato di anoressia e bulimia, e dalla relazione alterna con droghe e alcool, dopo aver stregato il mondo con la sua voce ruvida, l’ha stordito con la sua fine tragica e precoce. “Non sono del tutto a posto ma credo che nessuna donna lo sia”, aveva dichiarato. E in effetti gente come Achille o Ulisse oggi non incanta più nessuno, troppo perfetti. In Amy invece tutti potevano riconoscere i propri conflitti e le proprie insicurezze, decisamente amplificati e resi affascinanti dai suoi occhi scuri e profondi. E per questo il personaggio che era diventata piaceva tanto. Il film che ne uscirà fuori sarà dunque sicuramente una storia ricca e amara nonostante racconti solo ventisette anni di vita. Le voci che ne accompagnano la preparazione sono però altrettanto degne di nota. In particolare, vale la pena spendere due parole sul padre, Mitch Winehouse, eccentrico ex tassista, che oggi si occupa di tutto quello che riguarda la figlia deceduta. Pare che niente meno che Lady Gaga, che già da tempo manifestava il desiderio di lanciarsi nel mondo del cinema ma rifiutava tutti i ruoli che le offrivano per cercare quello perfetto, si sia addirittura proposta per interpretare la protagonista. Ma che Mr. Winehouse abbia risposto prima con un secco no, per poi riformulare: “Voglio dire, se vuole fare un’audizione può anche venire. Ho incontrato i suoi genitori più volte, è una brava ragazza, come Amy. Comunque non è adatta a interpretarla”. Ma la cosa più interessante è che Mitch ritiene che a interpretare se stesso non debba mica essere uno qualunque. Lui vuole George Clooney. Col quale ha in comune… insomma, sicuramente il colore dei capelli. E magari anche i gusti in fatto di cialde del caffè. Certo non si può negare che quest’uomo dalle alte pretese abbia una bella faccia tosta e un’autostima niente male, oltre a una buona dose di hybris. Naturalmente ora si attende con trepidazione la risposta di George.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche – twitter @MatalonF