Voci a confronto
“Onu, una vetrina dell’ostilità a Israele” è questo il titolo dell’articolo che Pierluigi Battista, nella sua rubrica Particelle elementari sul Corriere della Sera, dedica a un tema fondamentale: la debolezza o l’assenza delle Nazioni Unite di fronte alle crisi internazionali (diversi gli esempi citati, il Ruanda, Srebrenica, l’Egitto di Morsi che si proclama dittatore e dei Fratelli musulmani che impogono iltest di verginità alle donne, oltre alle paradossali decisioni di affidare la presidenza della Commissioni per i diritti alla Libia di Gheddafi o all’Iran quella per i diritti delle donne). “Le Nazioni Unite conquistano la vetrina del mondo ogni volta che c’è da umiliare in qualche modo Israele (dimenticando che lo Stato israeliano è nato grazie a una spartizione Onu che prevedeva la nascita di uno Stato palestinese, a suo tempo accettato da Israele e rifiutato dagli arabi)” il netto giudizio di Battista.
A raccontare le decisioni prese dal governo israeliano dopo il riconoscimento dell’Autorità nazionale palestinese come Stato osservatore dalle Nazioni Unite è Aldo Baquis sulla Stampa, mentre Fabio Scuto su Repubblica descrive il ritorno di Abu Mazen a Ramalla.
“Il miglior investimento è la cultura e lo dimostra lastoria degli ebrei” spiega sul Corriere Stefano Jesurum presentando il libro di Maristella Botticini e Zvi Eckstein I pochi eletti. Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492 (Università Bocconi Editore).
Il Messaggero Cronaca di Roma riporta la cancellazione sui muri del liceo Seneca di scritte di stampo razzista e antisemita.
Una risposta ai venti di antisemitismo arriva anche inUngheria, dove centomila persone sono scese in piazza davanti al Parlamento per protestare contro la proposta del partito di estrema destra Jobbik di stilare un elenco degli ebrei ungheresi (notizia sulla Stampa).