I leader di domani
Venerdì scorso sono scaduti i termini per la presentazione di progetti relativi al Premio Rebecca Benatoff, promosso dall’Associazione Hans Jonas. Alla fine ne sono pervenuti otto, che saranno valutati dall’apposita commissione formata da Ugo Ascoli, Cobi Benatoff, Anselmo Calò, Gianfranco Di Segni, Benjamin Fadlun e Saul Meghnagi. Le domande provengono da Milano, da Roma, dalle piccole comunità, e sono tutte presentate da giovani ebrei italiani tra i 18 e i 35 anni.
Non conosco i progetti che devono essere prima di tutto giudicati dalla commissione, ma ritengo che questo Premio sia, nel suo piccolo, un modello da seguire. La nostra associazione promuove corsi di leadership per giovani ebrei, progetti di ricerca, convegni culturali e politici aperti anche al pubblico non ebraico. L’obiettivo ultimo è quello di contribuire alla formazione della classe dirigente dell’ebraismo italiano del futuro: leader che posseggano competenze pratiche e possano ragionare su problemi concreti, che abbiano una visione e che sappiano confrontarsi con opinioni differenti, che siano in grado di aprire le comunità, rafforzandone l’identità anche nel confronto con l’esterno.
In questo senso il Premio, reso possibile dalla generosità particolare di Cobi Benatoff e della sua famiglia, mette i giovani alla prova. In un’epoca in cui si parla tanto di ricambio generazionale, di rinnovamento, di rottamazione, non si può pensare di diventare leader con la “pappa pronta”. Non basta fruire di corsi già organizzati o di eventi preconfezionati, avere una dimensione passiva. Occorre mettersi in gioco e proporre le proprie idee, competere virtuosamente con gli altri. Le istituzioni (o le associazioni) servono a favorire questo processo. Un processo che deve partire dal basso e che speriamo possa portare idee innovative e aria fresca nelle nostre comunità. In bocca al lupo a tutti.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi