Ticketless – Italo Svevo e bellaciao
Si parli di Gaza, No Tav, Monti o Fornero discutere con i ragazzi di un Liceo italiano oggi è sempre più difficile. Sotto la scorza morbida di un pacifismo buonista (incarnazione ultima del mito degli italiani brava gente?), torna a mostrarsi il volto della violenza. Non mi sono sottratto a un invito nemmeno durante la recente crisi di Gaza. La discussione, come sempre, si è incagliata intorno ai temi della “guerra giusta” e dei “cattivi maestri”. Quando al pacifista radicale spiego che la Resistenza al nazifascismo fu una guerra giusta, il sospetto si tramuta in diffidenza e subito dopo, quando sul tema dei cattivi maestri, leggo un brano di Leo Valiani scritto nei giorni sanguinosi del terrorismo a Milano le cose si complicano. A stemperare la tensione non serve scrivere sulla lavagna una riga della Coscienza di Zeno: “Si arriva all’assassinio per amore o per odio, alla propaganda dell’assassinio solo per malvagità”. Esco da queste assemblee tramortito e insoddisfatto di me stesso, mi consolo pensando a Svevo e Leo Valiani. Ulteriore consolazione questa settimana mi è venuta leggendo la notizia della Preside di un Liceo milanese (nell’immagine al centro), il Leonardo da Vinci, che si è asserragliata nel suo studio e ai suoi assalitori ha risposto intonando Bella Ciao. Iscrivendola questa settimana nel mio Libro dei Buoni, mi piace pensare che il suo gesto sarebbe stato apprezzato da Leo Valiani. E suppongo anche da Italo Svevo.
Alberto Cavaglion