Qui Venezia – Al Museo ebraico la mostra sulla Shoah in Europa

“Dal ricordo di tante vittime innocenti deve giungere a tutti noi l’impegno a tener sempre viva, anche con mostre come quella che oggi inauguriamo, la memoria di una così grande tragedia, affinché quel che è bastato animo all’uomo di fare all’altro uomo non possa più ripetersi. Se è vero che chi dimentica il passato è condannato a ripeterne gli errori, allora noi abbiamo il dovere della memoria, della testimonianza, per non dimenticare, per continuare a credere in un futuro di pace e di uguaglianza per tutte le genti.”
Questo il pensiero di Corrado Calimani, vicepresidente della Comunità ebraica di Venezia, che insieme ad Anna Vera Sullam, referente del Consiglio per il Museo, Luc Levy, responsabile delle Relazioni Internazionali del Mémorial de la Shoah, e Laura Fontana, corrispondente per l´Italia del Memoriale, ha inaugurato la mostra didattica e divulgativa “La Shoah in Europa” a cura del Mémorial de la Shoah di Parigi.
“Promuovere e tramandare il ricordo della Shoah – ha affermato Luc Levy – è un valore fondante dell’identità europea”. Il referente del Mémorial ha poi ringraziato lo staff del Museo Ebraico di Venezia e in primis Michela Zanon, la direttrice, per l’impegno nella realizzazione di questa importante esposizione.
Questa mostra è la prima in lingua italiana a carattere divulgativo che ricostruisce la storia del genocidio degli ebrei in un contesto europeo, dall’ascesa del nazionalsocialismo in Germania (1933) con l’affermarsi delle prime misure antisemite, all’attuazione del progetto di sterminio, fino al processo di Norimberga (1945-1946).
Frutto di un lavoro di grande rigore scientifico e con l’ausilio di numerosi documenti, articoli di stampa e fotografie, l’esposizione illustra il clima storico-politico in cui evolve la politica antisemita del regime di Hitler dalla discriminazione dei diritti alla persecuzione delle vite, ricostruendo cronologicamente le tappe principali del processo di distruzione delle comunità ebraiche in Europa: dalle misure persecutorie al pogrom della Notte dei Cristalli, dalla creazione dei ghetti nell’Europa dell’Est ai massacri di massa nei territori sovietici, fino all’istituzione di appositi centri di messa a morte.
Al percorso principale della mostra si affianca un ulteriore livello di approfondimento tematico che, a scelta del visitatore, permette di affrontare numerosi aspetti legati alla Shoah che rimangono tuttora poco conosciuti al grande pubblico. Dalla questione del silenzio e della passività della comunità internazionale alle strategie degli Alleati rispetto ai Lager, dal fenomeno della Resistenza ebraica che contrasta lo stereotipo della “vittima inerme” ai tentativi di salvataggio individuali o collettivi, fino alla cancellazione dei crimini da parte degli stessi carnefici, primi negazionisti del genocidio e ai processi dell’immediato dopoguerra, offrendo così una ricostruzione completa e sintetica, seppur nel rispetto della complessità dell’evento Shoah.
E proprio sull’importanza di una corretta trasmissione della memoria è intervenuta Anna Vera Sullam, che ha sottolineato come la memoria sia un dovere in primis ebraico, ma che è responsabilità di tutti noi: il dovere di trasmettere ciò che è stato alle nuove generazioni, un lavoro difficile viste le continue sollecitazioni a cui i giovani oggi sono soggetti. Presente all’evento anche il vicepresidente Coopculture, Cristiana del Monaco, che ha confermato l’impegno che da sempre coinvolge Coopculture non solo nella gestione dei servizi al pubblico del Museo, ma anche nell’organizzazione delle attività didattiche e divulgative volte alla promozione della memoria.
In questo senso, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra, nel pomeriggio si è svolto un seminario di formazione per insegnanti sulla Shoah in Europa, in preparazione al Giorno della Memoria 2013 a cui, oltre a Laura Fontana, sono intervenute Renata Segre, storica, ed Erilde Terenzoni della soprintendenza archivistica del Veneto.
La mostra sarà visitabile fino al 6 febbraio 2013.

m.c.