Qui Torino – “Dialogo, unica strada per la pace”

“La riflessione e il dialogo sono sempre più necessari in una società che è multietnica, multireligiosa e multiculturale ma che rischia di esserlo solo a parole se non si sviluppano e intensificano momenti di riflessione comune, di dialogo e di scambio di opinioni come quello di oggi”. Ad affermarlo Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha accolto con queste parole l’incontro svoltosi ieri sera nei locali di piazzetta Primo Levi tra Comunità ebraica di Torino e rappresentanti del Coreis-Comunità Religiosa Islamica sul tema ‘Dialogo sul monoteismo: il principio dell’unità e unicità di Dio nella tradizione religiosa ebraica e islamica’ (foto di Marco Morello). Molti i momenti di intenso dibattito e incontro che hanno caratterizzato la serata con protagonisti, tra gli altri, il leader comunitario Beppe Segre, il rabbino capo rav Eliahu Birnbaum, il presidente e fondatore della Coreis italiana Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini, il vicepresidente Yahya Pallavicini e l’assessore alle pari opportunità del Comune di Torino Mariacristina Spinosa. “L’UCEI – ha sottolineato Disegni – ha avviato da tempo un proficuo rapporto con il Coreis, convinta che una miglior conoscenza e un dialogo intellettuale e religioso pur nelle differenti visioni sia indispensabile per garantire un presente e un futuro di vero rispetto e collaborazione interreligiosa e sociale in Italia e in Europa. Assistiamo purtroppo a nuovi ricorrenti rigurgiti di antisemitismo e di xenofobia, entrambi frutto di ignoranza e di pregiudizio, e solo una battaglia comune per la conoscenza dell’altro può aiutare a sconfiggere le barriere d’odio che ancora intaccano la nostra società. Auspichiamo inoltre che la Coreis, analogamente a quanto avvenuto 25 anni fa per l’UCEI, possa presto raggiungere un’intesa con lo Stato per il miglior sviluppo della propria identità religiosa e culturale”. Suggestivo il parallelismo proposto da Beppe Segre. “Nell’anniversario dei 150 anni dalla costituzione dello Stato italiano abbiamo riflettuto e ragionato sulla storia in Italia della minoranza ebraica, che è passata dall’emarginazione nei ghetti alla conquista dei diritti civili e politici, dall’infamia delle leggi razziste ai diritti sanciti solennemente dalla Costituzione. Quindi non possiamo che essere uniti – ha affermato – nel richiedere per tutte le minoranze il diritto all’uguaglianza e il diritto al riconoscimento della propria identità. Auspichiamo che anche nei confronti della minoranza islamica i rapporti tra lo Stato e la confessione religiosa vengano regolate da specifiche Intese, che la preghiera della comunità islamica possa avvenire in moschee dignitose, facilmente accessibili ai fedeli e che siano riconosciuti i diritti di professare liberamente il culto e seguire le norme della tradizione”. Parole di condivisione per lo spirito genuino e di fratellanza che ha animato l’iniziativa sono giunte anche dal rav Birnbaum. “È con vivo apprezzamento – ha spiegato – che benedico l’organizzazione di questa giornata di studio, non solo perché studieremo insieme, non solo per l’importanza dell’oggetto di studio, ma principalmente per l’incontro tra noi fratelli; fra i figli di Abramo nostro padre comune, fra i figli di Isacco ed i figli di Ismaele. Per me questo è un incontro che dà serenità a nostro padre Abramo. Siamo molto felici di questa occasione e speriamo che sia l’inizio di altri incontri di studi, di conversazione, di conoscenza reciproca”. Ebrei e musulmani insieme: per la pace, l’arricchimento culturale e spirituale, il diritto alla fede. Forte il richiamo all’unità dei cuori e degli intenti pronunciato dallo Shaykh Pallavicini. “In questi tempi molto particolari che sembrano mettere in crisi anche le religioni abbiamo la responsabilità di intervenire per saper volgere in bene questa crisi che ci tocca tutti. Crisi – è intervenuto – nel senso etimologico del termine, quello cioè di giudizio, momento della verità inerente allo svelarsi stesso della natura reale delle cose. Per noi uomini di fede il male risiede solo nell’inganno, che vuol farci guardare altrove e dimenticare Dio”.

Adam Smulevich