Da Atene a Gerusalemme
Credo che la festa di Hanukkah, possa considerarsi un po’ come l’incontro/scontro tra due grandi civiltà: quella greca e quella ebraica. Basta conoscere un po’ di storia per sapere quanto la nostra società si sia arricchita grazie a questi due modelli, unici e profondamente diversi tra di loro. C’è un aspetto di Hanukkah che spiega bene questa differenza: la volontà dei greci di annientare gli ebrei non fisicamente, ma spiritualmente. Una scelta quasi rivoluzionaria per l’epoca, ma che corrisponde esattamente alla visione ellenica. I greci ritenevano che la verità fosse un criterio universale, tanto da credere di avere il diritto di sottomettere un altro popolo. Gli ebrei no. La festa di Hanukkah indica esattamente l’opposto: il diritto del popolo ebraico, come di ciascun popolo, a vivere con orgoglio la propria identità e le proprie leggi. Lo stesso Platone nel mito della caverna mostra come lo scopo dell’umanità sia di permettere a tutti di uscire dalla grotta e raggiungere la luce, la stessa luce. L’ebraismo invece propone una soluzione differente: il ruolo degli ebrei non è quello di imporre la propria verità, ma di mantenere un atteggiamento distinto dando l’esempio nei comportamenti e mostrando una soluzione ebraica ai problemi del mondo. Così, dopo duemila anni gli ebrei sono liberi di accendere con orgoglio le luci della propria Hanukkiah, mentre coloro che volevano distruggerci, tentando di imporre con la violenza la loro verità, oggi non ci sono più. Hanukkah Sameach!
Daniel Funaro, studente