…elezioni

Italia e Israele, vite parallele. In entrambi i paesi è iniziata quasi simultaneamente la campagna elettorale. La situazione politica nei due paesi è un po’ diversa (ma non troppo). In entrambi nelle prossime settimane dovremo pazientemente ascoltare le esternazioni sempre più estremiste di esponenti politici in cerca di voti. Dopo essersi scambiati pesanti reciproche accuse, i leader subito dopo il voto improvvisamente scopriranno forti mutue affinità che in entrambi i paesi li porteranno a creare grandi o piccole coalizioni. In Israele, il 22 gennaio, Likud-Beitenu di Netanyahu-Liberman sembra destinato inevitabilmente al ruolo di primo partito con un largo margine di vantaggio sul secondo, in una Knesset che potrebbe contenere 13-14 gruppi parlamentari. La presidenza del Consiglio sarebbe assicurata, ma esiste più di una soluzione possibile per la coalizione governativa. In Italia, un mese dopo, la compagine e la forza dei partiti non sono oggi altrettanto ben definite. Il numero di gruppi parlamentari sarà minore rispetto a Israele all’inizio della legislatura, ma non necessariamente alla fine (oggi sono 18). La presidenza del Consiglio non è assicurata a nessuno, ma anche qui vi è più di una soluzione di governo possibile. E in campagna elettorale si pensa più alla coalizione che ai programmi. Italia e Israele sono entrambe società con forti diversità interne regionali/etnoculturali, con significativi coinvolgimenti del fattore confessionale nella politica, e con forti diseguaglianze socioeconomiche. In nessuno dei due paesi si riesce a chiudere il bilanco dello Stato e a ridurre la spesa pubblica, e per questo in entrambi si vota prima della fine della legislatura. Qui e lí, due ex-presidenti del consiglio spendono molto del loro tempo in cause giudiziarie e incolpano di questo la magistratura. Quello israeliano all’ultimo momento ha deciso di non concorrere alle elezioni, quello italiano sembrerebbe di si (ma potrebbe ancora cambiare idea). Alla fine però c’è una grande differenza: l’Italia vota spesso mozioni che riguardano Israele, Israele non vota mai mozioni che riguardano l’Italia. Sconcertante.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme