Torna in luce la figura di Ascarelli, il medico che documentò il martirio delle Ardeatine

È commossa Rosetta Stame, oggi presidente dell’Anfim, l’associazione dei familiari dei martiri caduti per la libertà, quando si tratta di ricordare l’opera di Attilio Ascarelli, l’uomo che le ha restituito il padre. La sua testimonianza anticipa di pochi minuti quella di Grazia Sonnino, anch’ella rimasta orfana di padre dopo la strage alle Fosse Ardeatine.
L’occasione è la presentazione, questa mattina nella sala del Consiglio della Comunità ebraica di Roma, riservata in anteprima alla stampa, del volume in onore di Attilio Ascarelli, il medico legale che dall’estate all’autunno del 1944 diresse i lavori di esumazione e di identificazione dei 335 corpi del massacro delle Fosse Ardeatine. In qualità di direttore della Commissione medico legale Ascarelli, di cui ricorre in questi giorni il 50esimo anniversario della scomparsa, raccolse la documentazione prodotta e vi aggiunse in un secondo tempo carte prodotte negli anni successivi, che tutti assieme andranno a costituire i documenti del Fondo Fosse Ardeatine, materiale preziosissimo donato nel 1967 dalla figlia Silvana all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata dove sono tuttora custoditi. È grazie a questo materiale che è stato possibile giungere alla pubblicazione del volume I martiri Ardeatini. Carte inedite 1944-1945 di Martino Contu, Mariano Cingolani e Cecilia Tasca (Amed edizioni).
“Quando ci sono situazioni sociali come quelle che stiamo vivendo in questi giorni è importante rispolverare la storia e farla conoscere ai giovani. È necessario – ha affermato il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici – spiegare come l’indifferenza portò a realizzare la logica criminale dell’ideologia nazista”. Assieme a Pacifici, tra il pubblico, il sottosegretario del Ministero degli Interni Carlo De Stefano. A moderare gli interventi di Aladino Lombardi, segretario Anfim, di Rosetta Stame e degli storici Amedeo Osti Guerrazzi e Lauro Rossi, l’artista Georges De Canino con il coordinamento del direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Claudio Procaccia.

Lucilla Efrati