…candidature

Ho scritto: “Ammettiamo, con Monti un po’ ci si annoiava.” E forse qualcuno, poco incline all’ironia, è riuscito a fraintendere. Concludo allora il pensiero. Con Monti ci si annoiava perché si era smesso di parlare di processi, di leggi ad personam, della sovversività dei giudici, dei pregi del fascismo mussoliniano, di comunisti mangiabambini. Ora, invece, non ci si annoierà più e si tornerà a sorridere con fantasia. E se lo spread risalirà e le borse andranno in caduta libera, che male ci sarà? In cambio, avremo un milione di nuovi posti di lavoro, ci toglieranno l’IMU, ci distrarranno con veline e bunga bunga, e nuove barzellette su negri, ebrei e omosessuali. In cambio, l’Italia tornerà più vicina a Netanyahu, e questo ci rincuora. E ci rigodremo l’abbraccio mortale di tanti scorribandisti fascisti, mentre la sinistra italiana continuerà a perdersi in affatturata, oclocratica ammirazione delle false primavere arabe. Che cosa si può volere di più? Giusto allora che, a dispetto di tutto ciò, la politica corrotta dei privilegi protesti preoccupata, non dallo spread o dalla disoccupazione, ma dalla sfrontatissima candidatura di Monti, che rischia di mettere in crisi il sistema. Eppure c’è chi di questa candidatura si rallegra, perché spera che la presenza di un terzo incomodo, tecnico e pragmatico anche se un po’ cinico, costringerà la politica a confrontarsi con i problemi veri della gente, anziché sciorinare slogan e demagogia, e perseguire imperterrita interessi privati, sprechi e ladrocini.

Dario calimani, anglista