Allegria della Costituzione

In un paio d’ore circa di show di Benigni non è mancato (almeno per me) qualche sobbalzo sulla sedia e qualche momento di disagio. Per esempio quando ha affermato che “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” (e lasciamo stare chi lo ha detto) è riduttivo, così come lo sono i Dieci Comandamenti, perché è una formulazione in negativo anziché in positivo. Ammesso e non concesso che sia così (personalmente non lo concederei, ma pazienza) forse si è dimenticato che la formulazione in positivo “ama il tuo prossimo come te stesso” (o, se vogliamo tradurlo in modo forse più preciso, “desidera per il tuo prossimo ciò che desideri per te”) si trova nella Torah, che è un po’ precedente alla Costituzione Italiana. Insomma, chi ama tende sempre ad esagerare un po’, e anche Benigni in alcuni momenti si è fatto forse trascinare un po’ troppo dal suo amore per “la più bella del mondo”. In fin dei conti, però, chi condivide lo stesso amore non può non perdonargli qualche imprecisione e qualche eccesso di enfasi. Nel complesso ritengo che la trasmissione sia stata molto utile, soprattutto per i giovani, e i commenti che ho sentito nei giorni successivi da parte dei miei allievi hanno rinforzato la mia impressione positiva. Mi pare che sia già di per sé un punto a favore che si dedichi una trasmissione in prima serata a far conoscere i principi fondamentali della nostra Costituzione, e personalmente ho apprezzato molto anche l’invito a considerare la politica come una cosa alta (per caso ci siamo trovati due o tre giorni dopo a leggere in classe un passo di Cicerone che tratta lo stesso tema e a rilevare la singolare contiguità tra due personaggi così diversi tra loro e vissuti a più di duemila anni di distanza l’uno dall’altro). È anche apprezzabile che sia stata esplicitamente ricordata la Shoah. Oltre a ciò, vale la pena rilevare due elementi che mi sembrano particolarmente consonanti con la cultura ebraica. Prima di tutto, l’analisi puntuale del testo, con l’attenzione ad ogni singola parola (perché è stata usata quella e non un’altra, se ricorre in altri punti, ecc). Si potrebbe dire in un certo senso che Benigni abbia fatto il midrash della Costituzione. In secondo luogo, l’idea di fondo della serata stessa, cioè che la legge fondamentale dello Stato sia una cosa bella, non un testo noioso da studiare, e neppure un testo che ci si sente in dovere di conoscere perché se ne riconosce razionalmente l’importanza, ma un’occasione da festeggiare, una fonte di allegria. Se Benigni si fosse messo a danzare con la Costituzione in mano o avesse lanciato caramelle non sarebbe parso poi tanto strano, così come non sono parsi strani gli scherzi, le battute e le continue manifestazioni di gioioso stupore per ogni singola frase. In effetti avere una bella legge fondamentale è un ottimo motivo per far festa e credo che Benigni abbia fatto bene a ricordarcelo.

Anna Segre, insegnante