religiosità…

L’Unione informa ha citato e commentato le parole di rav Sacks su questo “momento più religioso dell’anno”. Ero insieme a rav Sacks lo scorso anno quando ci portarono di sera in cima a una torre vicina al Quirinale, da dove si godeva uno splendido panorama. Ricordo il commento del rav, davanti a tante chiese e campanili, positivamente impressionato dallo spettacolo di una “città religiosa”. Con difficoltà gli feci notare il prezzo che per secoli come ebrei romani avevamo pagato a questa religiosità. Ma rav Sacks condivide con altri leaders di varie religioni la preoccupazione per il secolarismo della società, a suo avviso in crescita, e che si accompagna a perdita del sentimento religioso, per cui ogni manifestazione religiosa, in controtendenza, è vista positivamente. E questo appare anche come un grande messaggio di tolleranza. Personalmente ho qualche dubbio, non sulla tolleranza, ma sull’esaltazione della religiosità in quanto tale. Non bastano i profili di chiese, moschee e persino sinagoghe a dare un bel voto alle loro città e a quelli che le frequentano. I panorami del Cairo oggi, come quelli di altre città “religiose” del passato non sono incoraggianti. Quello che conta non è semplicemente credere, ma ciò in cui si crede e quello che si fa.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma