Conoscenza e immaginazione
Proprio a Pagine Ebraiche, in un’intervista di qualche anno fa, Rita Levi Montalcini spiegava come per uno scienziato l’immaginazione fosse più importante della conoscenza. Strano, si direbbe, per una persona che non ha mai smesso di fare ricerca e continuare a studiare. Strano, ma forse non troppo. Quello che credo la Montalcini volesse lasciarci in eredità è l’idea che per fare grandi scoperte, nella scienza come nella vita, serve un po’ di coraggio di saper immaginare cose nuove. A questo serve l’immaginazione, a non arrendersi a ciò che ci è dato per progettare un qualcosa di diverso. Lei ci è riuscita addirittura durante la Seconda guerra mondiale, gettando le basi del suo cammino verso il Nobel. A noi tocca oggi durante una crisi che non dimenticheremo facilmente. E anche se la nostra immaginazione non ci condurrà a un premio così ambito come accaduto a lei, ciò che per noi sarà importante sarà la certezza che ogni nuovo inizio, ogni cosa nuova, è un dono incredibile per la nostra generazione e per quelle a venire.
Daniel Funaro