L’ultimo saluto a Rita Levi Montalcini Impegno civile, impegno ebraico, esempio per tutti
“Con Rita Levi Montalcini scompare non soltanto una scienziata di livello altissimo, che ha fornito contributi irrinunciabili alla comunità scientifica mondiale, ma scompare una donna che è stata esempio tenace per ogni generazione di quali debbono essere i principi cui ispirarsi per una vita vissuta in modo etico e coerente. Lo studio, il rigore, l’esser vicina agli altri, in prima fila per le battaglie civili e di democrazia”. È commosso Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, al momento di rendere l’ultimo omaggio a Rita Levi Montalcini. Migliaia di persone intorno, nell’ultimo abbraccio, sono la prova d’amore più emozionante di una città in lutto ma unita più che mai dagli altissimi valori che hanno sempre caratterizzato l’attività della scienziata. Accanto alla nipote Piera, a suo fratello Emanuele, ai familiari più stretti tra cui Rita e Franco, figli della sorella Anna ed entrambi iscritti alla Comunità ebraica, sono in molti a stringersi nell’ora del commiato. Tra gli altri il vicesindaco Tom De Alessandri, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, i ministri Fornero e Profumo. “Rita Levi Montalcini è stata una donna impegnata non solo per la scienza – ricorderà Disegni – ma anche per la cultura, la democrazia, i diritti civili, le battaglie per le donne e per l’Africa. E anche in questa sua dedizione e in questa curiosità per il mondo, una donna profondamente ebrea”. Tra le prove più significative del suo attaccamento la prolusione pronunciata al Congresso dell’Unione delle Comunità Ebraiche del 1986 in cui lungamente si soffermò sulle proprie radici e sulla sua famiglia. “Una famiglia della borghesia ebraica torinese – prosegue Disegni – ancorata a solidi valori democratici e antifascisti, perfettamente integrata nel tessuto sociale e culturale del Paese e di Torino, ma anche parte della storia della Comunità ebraica, dei personaggi che da essa provenivano e molto diedero all’Italia come Carlo Levi, Vittorio Foa, Primo Levi”. Fortissima inoltre la vicinanza allo Stato di Israele, come ha ricordato tra gli altri il presidente Shimon Peres nel suo messaggio di cordoglio. “L’ebraicità e la torinesità – conclude il vicepresidente UCEI – sono in qualche modo due tra i caratteri identitari di Rita Levi Montalcini che oggi, nell’ultimo saluto a lei, ci piace ricordare tra i più autentici e veri di una donna che ha dato molto al mondo intero”. Ad intervenire, in rappresentanza del Congresso ebraico europeo, anche il consigliere UCEI Claudia De Benedetti. “Ti ho conosciuta quando ero piccola – afferma – e in alcune occasioni, nel salotto della Nonna Carla z.l., ho chiacchierato con te, ho imparato dalle tue parole le lezioni della vita e dell’impegno”. Una grande storia ebraica, come detto. “L’esistenza del nostro popolo – ha infatti sottolineato – ha sempre avuto per te il più alto e nobile significato, è la scintilla del nostro credere nel Dio dei nostri Padri e delle nostre Madri, delle nostre passioni inestinguibili, dei nostri sogni immutabili, delle nostre tradizioni, delle nostro Shemà Israel che anche una ebrea laica, come ami definirti, ripete calpestando i sentieri della vita. Un ebraismo così radicato nel nostro Dna, per usare una espressione che vorrai permettermi, un ebraismo che ci appartiene, una fierezza che conosciamo nel nostro vivere quotidiano di donne”. Per la Comunità ebraica torinese, rappresentata con al fianco il presidente Beppe Segre e il suo vice David Sorani, ha preso la parola Emanuel Segre Amar, vicepresidente anch’egli. Segre Amar si è soffermato sul fecondo ambiente culturale della Torino ebraica a cavallo tra le due guerre. Anni irripetibili in cui, ha spiegato, “ci si ritrovava a casa del professor Levi per fare civiltà”. Lì si riunivano infatti gli ebrei antifascisti che portarono al primo processo del tribunale speciale. “Con Rita – la sua amara conclusione – questo mondo finisce”. Il feretro inizia il suo viaggio verso la cremazione. Le istituzioni ebraiche non possono partecipare a questo momento, contrario alle disposizioni halakhiche. Per volere della famiglia il giorno precedente erano stati recitati alcuni salmi in forma rigorosamente privata. “Ringraziamo la famiglia di Rita per essere qui con noi, a Torino, a concedere alla Comunità ebraica della sua città natale di porle commiato recitando i Salmi di Re Davide. Ringraziamo Rita – aveva affermato in quella circostanza il vicerabbino capo Avraham De Wolff – per aver santificato il nome di Dio nei suoi anni trascorsi con noi. Possa il suo nome essere annoverato tra coloro che appartengono alla Vita”.
Adam Smulevich – twitter @asmulevichmoked