Oscar – Una nuova prima volta per Israele

L’esclusione de La Sposa promessa dalla corsa alle nomination all’Oscar qualche settimana fa aveva lasciato un po’ delusi (d’altro canto è vero che tra il 2008 e il 2012 sono stati quattro i film nella cinquina finalista, facendo dello Stato ebraico il paese più rappresentato degli ultimi cinque anni). Ma dopo l’annuncio delle pellicole che si contenderanno la statuetta più ambita il prossimo 24 febbraio a Los Angeles, la cinematografia israeliana può festeggiare un nuovo traguardo: sono ben due i suoi rappresentanti tra i cinque selezionati per la categoria documentari, The Gatekeepers e 5 Broken Cameras.
Entrambi sono rivolti ad approfondire aspetti del confitto israelo-palestinese. The Gatekeepers (nell’immagine), diretto da Dror Moreh, presenta un intenso colloquio con i sei uomini che negli ultimi trent’anni hanno guidato lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence che ha l’incarico di difendere lo Stato ebraico dalle minacce terroristiche. 5 Broken Cameras racconta invece la storia di un videoamatore palestinese che documenta le tensioni tra gli abitanti del suo villaggio in Cisgiordania e gli israeliani che si occupano della costruzione della barriera difensiva (due i registi, l’israeliano Guy Davidi e il palestinese Emat Burnat).
La stampa israeliana fa poi notare che sono tante le nomination in salsa Jewish per la corsa agli Oscar 2013 a cominciare da Stephen Spielberg, con il suo Lincoln che ha ricevuto 12 nomination, tra cui quella per la miglior sceneggiatura, realizzata dal commediografo ebreo Tony Kushner, già vincitore del Pulitzer for Drama nel 1993, fino a due concorrenti della categoria miglior attore, Joaquin Phoenix con The Master e Alan Arkin con Argo.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked