Qui Roma – Le pietre della Memoria
Torna l’appuntamento con le stolpersteine, le pietre d’inciampo che ricordano le vittime della persecuzione nazifascista nei luoghi dove vissero e dove – in molti casi – ebbe inizio la loro deportazione. Trentasei nuovi sampietrini saranno installati nei prossimi giorni a Roma dal loro ideatore, l’artista tedesco Gunter Demnig. Prima cerimonia in ordine cronologico l’apposizione di una pietra, lunedì alle 9 in via Garibaldi 38, di fronte all’abitazione che fu di Augusto Sperati.
Questa mattina, alla Casa della Memoria e della Storia, la conferenza stampa di presentazione del progetto, giunto alla quarta edizione, posto sotto l’alto patronato della presidenza della Repubblica e coordinato dall’architetto Adachiara Zevi per l’associazione culturale Arteinmemoria. A definire i dettagli dell’iniziativa, a soffermarsi sulle sfide della Memoria e della testimonianza raccontate attraverso l’arte, due ospiti: lo storico Lutz Klinkhammer e l’artista Alfredo Pirri. In apertura i saluti di Annabella Gioia dell’Istituto storico di resistenza. Ricordato, dagli intervenuti, l’ampio spettro di città, luoghi, situazioni coperte in questi anni dalle stolpersteine. Ideate nel 1993 a Colonia per ricordare la deportazione dei cittadini rom e sinti, danno oggi – con quasi 40mila installazioni in Germania e tutta Europa – la profondità di una sfida accolta con crescente interesse e attenzione dall’opinione pubblica. Una delle risposte più efficaci, è stato inoltre sottolineato nel corso dell’incontro, ai fautori dell’odio e dei deliri negazionisti che perseverano a diffondere i loro veleni. “Quanto è scritto su quelle pietre – ha affermato Zevi – ha la portata della prova storica”. A patrocinare l’impegno Unione delle Comunità Ebrache Italiane, Comunità ebraica di Roma e ambasciata tedesca.
Nella mattinata presentata anche la settima edizione di Arte in Memoria, mostra internazionale di arte contemporanea – curata anch’essa dalla Zevi – che si aprirà domenica 20 gennaio nell’area archeologica e presso la sinagoga di Ostia antica. Quattro gli artisti invitati ad intervenire: Alice Cattaneo, Sigalit Landau, Hidetoshi Nagasawa e Michael Rakowitz. Presupposto teorico e critico di Arte in Memoria è che la nostra cultura sia ossessionata dalla memoria e catturata dalla dinamica “distruttiva” dell’oblio. Perché la memoria delle tragedie trascorse, recenti e in atto non si risolva nelle commemorazioni e nei discorsi rituali di un giorno la mostra invita pertanto la comunità degli artisti a trasformare un luogo di culto “in luogo di cultura” ripopolandolo con visioni ispirate alla storia ma allo stesso tempo “radicate nell’attualità”.
a.s – twitter asmulevichmoked