Nuovi segni di Memoria sulle nostre vie

Inizia con la riparazione di un’infamia – la riapposizione del sampietrino in memoria di Augusto Sperati, recentemente divelto e sostituito da ignoti – la quarta edizione delle stolpersteine, le pietre d’inciampo in ricordo delle vittime della persecuzione e dell’odio nazifascista. Due giorni di grande intensità e decine di cerimonie in tutta Roma. L’avvio delle operazioni questa mattina al civico 38 di via Garibaldi dove Gunter Demnig, l’artista tedesco ideatore delle stolpersteine, ha impresso nel marciapiede trasteverino la pietra per l’ex falegname oppostosi al regime, deportato a Mauthausen e successivamente assassinato al castello di Hartheim. Presenti, tra gli altri, alcuni discendenti di Sperati e la coordinatrice del progetto Adachiara Zevi.
Operazioni concentrate, quest’oggi, nel primo municipio. Da via Arenula a piazza Mattei, da via Catalana al Portico d’Ottavia, cuore del quartiere ebraico. Struggente la testimonianza di Alberto Tagliacozzo in ricordo di suo padre Pacifico, la cui memoria è oggi affidata alla pietra posta in via Santa Maria del Pianto di fronte all’abitazione in cui visse. È la sera del 29 marzo del 1944 quando, con la famiglia riunita a cena, bussano alla porta. I fascisti con un trucco si fanno aprire e prelevano a forza Pacifico, che non farà più ritorno. “Due giorni e avrei compiuto due anni. Guardo una foto di mio padre – afferma Alberto – ma non conosco il suo viso. Ha giocato con me? Mi sorrideva? Non ricordo”.
Nel pomeriggio, tra i vari momenti, l’incastonatura a terra di una pietra per il partigiano Gioacchino Gesmundo, protagonista della Resistenza romana barbaramente trucidato alle Fosse Ardeatine.

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(14 gennaio 2013)