Tea for two – Una pagina bianca
Era una notte buia e tempestosa quindi, seguendo l’esempio del mio life coach Snoopy, decisi di scrivere. Un tea for two precisamente. Indossai i miei orecchini migliori, perché un po’ di glamorous ci vuole sempre, anche quando ai piedi hai delle pantofole con gli animali della fattoria stilizzati. Abbandonai poi il passato remoto perché rende il periodare un po’ indigesto. Si pone a questo punto una scelta: quale tema trattare? Potrei incagliarmi in una lunga descrizione della mia vita, avallando un egocentrismo fin troppo praticato. Ohh dacci un taglio, non sei mica Kate in dolce attesa o Fabrizio Corona single. Scartata questa ipotesi comincio a dare una occhiata alla mia libreria, frutto di pomeriggi di shopping onnivoro e ‘carte più’ strisciate per racimolare qualche misero sconto. Krauss, Segal, Safran Foer, Tammuz, Gombrich, Richler: c’è da dire che l’ebraismo ha un tantino deviato i miei acquisti. Forse potrei scrivere di loro, del nostro incontro nella fioca luce dell’abat-jour, della commozione nel ritrovarmi descritta in una forma migliore, del ballare con le parole, scoprire il ritmo segreto che le governa e che dopo averle fatte danzare nella testa del lettore le fa tornare tutte magicamente al loro posto. Ma sicuramente c’è chi può farlo meglio di me. E in terza pagina. A questo punto non resta che tornare al tema ben noto, da sempre il porto sicuro: i sentimenti. Appiccicaticci, melensi, stillanti zucchero fuso. Sarebbe carino parlare di come in piena campagna elettorale è uscito allo scoperto l’amore tra la giornalista israeliana (un vero osso duro) Geula Even e il ministro Gideon Sa’ar. Lei davvero un bel tipetto, lui con la tipica faccia da politico ‘sono un bravo ragazzo che piace tanto alle mamme’. Davvero i lettori si perderanno nelle pieghe di questo love affair sabra style? Ecco allora l’ultima possibiltà: interagire con gli altri columnist, arrabbiarmi per qualcosa, iniziare un reality virtuale, effettivamente una delle dinamiche più calde e intelligenti di questo portale. “Francesca Matalon smettila di prodigarti per gli antichi, io studentessa di lettere moderne faccio parte del team romaniticherie ottocentesche, nevrosi del novecento”. Mmm ma forse questo dibattito è un tantino datato. Non resta che la solita vecchia tattica: accendere il portatile, indossare gli orecchini mgliori (al momento un paio brillantinosi, dopo la tragica perdita di quelli a forma di biscotto) e buttarsi. Tuffarsi di testa in un vortice di parole, di pensieri intricati, di letture sabbatiche. Improvvisare e sperare di sfangarla almeno questa volta. Perché niente amo di più di una pagina bianca, due mani che corrono sulla tastiera e la consapevolezza di non sapere assolutamente dove andranno a finire.
Rachel Silvera, studentessa twitter@RachelSilvera2
(14 gennaio 2013)