Anni ’30, l’arte c’è, ma la memoria fa difetto
Tre brevi svelamenti per chi ha visitato o visiterà entro il 27 gennaio, giorno di chiusura, la mostra fiorentina “Anni ‘30. Arti in Italia oltre il fascismo” (io l’ho vista ierlaltro). Presentando i dipinti dei triestini Vittorio Bolaffio e Arturo Nathan, l’esposizione tace che dopo il 1938 essi furono rimossi dalle sale museali perché ebrei; inoltre tace l’informazione che il secondo fu arrestato, deportato e ucciso, relegandola in corpo lillipuziano nel catalogo; infine quest’ultimo tace la bella mostra triestina del 1998 “Shalom Trieste”, dedicata anche alla creatività e alla rimozione di quegli artisti ebrei. Insomma, “Anni ‘30” va davvero “oltre”, ma in una direzione che a New York e a Berlino sarebbe impossibile. Evidentemente da noi la memoria e la consapevolezza sono roba per fiere folkloristiche. Vedremo come si comporterà Forlì, che questo 2 febbraio inaugura una mostra intitolata “Novecento” e incentrata proprio sull’arte nel Ventennio: lì i libri di storia si leggono?
Michele Sarfatti, storico
(18 gennaio 2013)