Qui Torino – Fotografare il Male
L’entrata del campo, le torrette di guardia e il filo spinato, i luoghi della morte, la desolazione delle baracche, il senso di solitudine e abbandono che cela gli orrori del nazismo e il tragico destino delle vittime della Shoah. Sono immagini destinate a suscitare grandi emozioni quelle fissate da Bruna Biamino per la mostra “Fotografie dal campo. Auschwitz-Birkenau 2012” inaugurata ieri a Palazzo Lascaris e fruibile anche negli spazi di Palazzo Madama. Una serie di immagini, apparentemente più serene rispetto alle strazianti fotografie scattate dai liberatori dopo l’apertura dei cancelli e che, a detta degli organizzatori, “raccontano più di tanti testi”. Presenti, oltre all’autrice, il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido, il direttore di Palazzo Madama Enrica Pagella e il presidente della Comunità ebraica torinese Beppe Segre. Ricordato da quest’ultimo il terribile spartiacque delle leggi razziste e tutte le conseguenze che ne derivarono per gli ebrei italiani. “Per questo – ha affermato – è particolarmente e significativo che l’iniziativa prenda il via da un luogo di dibattito politico e di attività legislativa”. Bruna Biamino, classe 1984, giovane ma già affermata fotografa, si è soffermata sulla sfida del racconto di Auschwitz attraverso l’arte. “Mi sono domandata come si potessero trovare le immagini più giuste per documentare oggi il ricordo di questa immane tragedia e l’unica strada percorribile – ha spiegato – è stata l’azzeramento della luce e del colore, che da un punto di vista strettamente visivo corrisponde a un azzeramento della vita”. Nel catalogo di accompagnamento alla mostra David Sorani, vicepresidente della Comunità ebraica, scrive: “Queste foto ci inquietano, ci tormentano, non smettono un attimo di interrogarci. Le immagini catturate e riproposte da Bruna Biamino ci trasmettono l’angoscioso e assordante silenzio che oggi avvolge i luoghi dello sterminio. Quel che resta delle strutture di morte del campo si erge come un orrendo, osceno monumento al male, che gli scatti del fotografo isolano nello squallore di un paesaggio distaccato. La memoria deve essere anche questo, ai nostri giorni sempre più lontani dai fatti: luoghi e oggetti di allora che freddi, distaccati, deserti, implacabili e soprattutto muti ci parlano senza pietà delle morti industrializzate di massa”.
La mostra è promossa dal Consiglio regionale (Comitato Resistenza e Costituzione e Direzione Comunicazione Istituzionale) in collaborazione con la Fondazione Torino Musei e la Comunità ebraica di Torino. Sarà aperta dal 17 gennaio al 17 febbraio 2013 in due sedi espositive: Galleria Belvedere, Palazzo Lascaris, Via Alfieri 15, Torino (Orari: lunedì – venerdì 10.00 – 18.00 / sabato 10.00 – 12.30) e Corte Medievale, Palazzo Madama, Piazza Castello, Torino (Orari: martedì – sabato 10.00 – 18.00 / domenica 10.00 – 19.00), con ingresso libero.