I Giusti per gli ebrei dell’Emilia Romagna

In occasione dell’inaugurazione della Mostra “I Giusti tra le nazioni. I non ebrei che salvarono gli ebrei in Emilia Romagna, 1943-1945”, che si è svolta al Museo di Bologna, il Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane David Menasci ha pronunciato il seguente discorso:

Come consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sono lieto di portarvi il saluto in rappresentanza del presidente, Renzo Gattegna, che in questi giorni è impegnato in un viaggio istituzionale ad Auschwitz con i Ministri dell’Istruzione Profumo e con il Ministro della Giustizia Severino. Accompagnano oltre centocinquanta giovani di scuole superiori di tutta Italia, che stanno partecipando a una delle iniziative che più hanno contribuito, alla conoscenza di ciò che è stato, ed all’approfondimento delle tematiche della Memoria della Shoah.
Saluto le autorità civili, militari, religiose, i cittadini, il Rabbino capo, il Presidente e i rappresentanti della Comunità ebraica di Bologna, gli amici del Museo Ebraico.
Il Giorno della Memoria, da quando è stato istituito nel 2000, ha contribuito fortemente alla conoscenza di quanto tragicamente avvenuto solo pochi decenni fa nel cuore del continente allora culturalmente ed economicamente più avanzato. Molte iniziative istituzionali nazionali sono in Italia coordinate dal “Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – al cui tavolo siede anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – che svolge un importante ruolo di “armonizzazione” delle principali iniziative, per evitare il rischio che si sovrappongano e per suggerire le tematiche sulle quali confrontarsi e da approfondire.
L’educazione e la diffusione dei valori morali che ci provengono dalle riflessioni, dallo studio e dalla conoscenza della Shoah, rappresentano l’aspetto più profondo e importante del Giorno della Memoria. Per questo ogni anno il ministero dell’Istruzione indice, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il concorso “I giovani ricordano la Shoah”, al quale partecipano circa quindicimila ragazzi l’anno, quindi più di 150mila ad oggi.
In questi anni abbiamo ripetutamente visto rialzare la testa del mostro, vuoi del revisionismo, vuoi dell’antisemitismo, vuoi del nazismo mascherato anche sotto le bandiere di stati e nazioni che ancora oggi ripropongono slogan criminali verso gli ebrei in tutto il mondo. Il nostro compito oggi è molto importante, i testimoni dell’orrore ci stano lasciando; è compito nostro, di noi ebrei, di noi superstiti, o figli di superstiti, di noi europei democratici ed antifascisti non permettere il riemergere dell’odio con particolare attenzione anche alle forme che oggi possono apparire le più innocue. Il nostro rabbino dice che ogni giorno dovrebbe essere il Giorno della Memoria, come per l’educazione dei figli ogni giorno, ogni occasione è buona per educare ed insegnare. Il messaggio per il futuro che scaturisce da tale dramma è che la Shoà dovrebbe essere la guida alla costruzione del nostro avvenire. Primo Levi, ha scritto in una delle sue opere più memorabili: “Se capire è impossibile, conoscere è necessario”. Lo studio di ciò che è stato, il favorire un approccio culturale attivo da parte dei giovani, che vivono per fortuna in un’epoca storica in cui il rispetto per la diversità, per la dignità dei singoli e per i diritti umani sono considerati ormai patrimonio comune, è molto importante. Quest’anno molte manifestazioni in Italia sono incentrate proprio sul coraggio di ribellarsi a ordini negativi, a imposizioni ingiuste. Ricorre infatti il settantesimo anniversario della rivolta nel ghetto di Varsavia, che vide gli ebrei guidati da Mordechai Anilevich ribellarsi contro l’oppressione nazista: una ribellione disperata ed orgogliosa, contro un nemico enormemente più forte, che stava tentando di cancellare dall’Europa una delle culture in essa più radicate. Quest’anno la proposta del Museo Ebraico di Bologna è di grande interesse, incentrata su “I Giusti tra le nazioni. I non ebrei che salvarono gli ebrei in Emilia Romagna, 1943-1945”, cinquantadue persone che misero a rischio la vita propria e dei propri cari per salvare quella di ebrei perseguitati. L’Emilia Romagna è una regione particolarmente sensibile al tema, vista anche la grande partecipazione che in questo territorio si ebbe alla Resistenza: e quest’anno il nostro pensiero va in particolare a coloro i quali ebbero il coraggio, la coscienza e la forza di ribellarsi. I Giusti tra le Nazioni, i partigiani, i ribelli dei ghetti e anche dei campi di concentramento e di sterminio sono persone che con il loro coraggio ci hanno trasmesso il valore morale del non accettare ciò che è profondamente ingiusto.
Per questo ringrazio tutti voi per essere qui oggi: con la vostra presenza, testimoniate che la Memoria di quanto è avvenuto solo pochi decenni fa è ancora viva.