Moshe…

“Allora cantò Moshè, insieme ai figli d’Israele…” (Shemòt 15, 1). Approfondisce l’Admor, Rabbì Yehudà Leib di Gur, conosciuto per il suo commentario come Sefat Emèt, che i figli d’Israele cantarono la Shiràt ha-yàm – la cantica sul mare, poiché ottennero nella medesima situazione due grandi doni spirituali, che sono: “il timor di Dio e la fede in Dio”. Difatti il testo dice: “Il popolo temette Dio e credette in Dio e in Moshè suo servo” (Shemòt 14, 31). Allora sì che c’era ragione di cantare!

David Sciunnach, rabbino

(23 gennaio 2013)