La parola del Giorno
Scoprire quale sarà la Parola della settimana è un po’ un rituale. Si tratta di una parola che, comparendo in modo quasi ossessivo fra le pagine dei giornali e sulle bocche di tutti, si fa in qualche modo simbolo dell’attualità più stringente e viene per questo scelta da Aldo Grasso per riscoprirne brevemente le radici e le accezioni nella sua rubrica su Io Donna, allegato del Corriere. Ed ecco che forse proprio questo, per una classicista esperta in frivolezze, potrebbe essere il modo migliore per non stonare nel coro potente e commosso dei difensori della memoria. Il termine deriva dal latino memor, che vuol dire proprio “che ricorda, che serba il ricordo”, l’etimologia è banalissima. A parte qualche rara eccezione, gli studenti generalmente rabbrividiscono all’idea di dover imparare a memoria, “la nebbia agli irti colli piovigginando sale”, a cosa mi servirà mai saperlo? Ultimamente poi va molto di moda scrivere le proprie memorie, in particolare se non si è nemmeno vissuto abbastanza per avere delle memorie da raccontare. Hanno pubblicato un’autobiografia anche il calciatore Ibrahimovic e la top model Kate Moss, per citare due esempi. Insomma tutti possono scrivere un libro, nel bene e nel male. La memoria non è solo la facoltà di ricordare ma anche il ricordo stesso. “When the dawn comes, tonight will be a memory too”, quando verrà l’alba anche stanotte sarà un ricordo, canta Barbra Streisand in Memory. La Memoria, quella colla M maiuscola, quella storica, quella che ha valore di testimonianza da cui bisogna assolutamente imparare, ha anche un suo Giorno. Ed è Giorno, non giornata, è stato chiamato cosi, ma paradossalmente ci si confonde sempre, chissà perché nessuno se lo ricorda. Interessante notare come il termine che indica la mancanza di ricordo, amnesia, derivi invece direttamente dal greco, dal verbo mimnesko, il cui primo significato è quello di “richiamare alla mente”. Suggerendo che la memoria è una facoltà tutt’altro che passiva, ricordare è una vera e propria attività. Entra in gioco per prima cosa la volontà. E oggi più che mai è dunque il caso di ricordare che chiunque lo voglia può essere un testimone.
Francesca Matalon – twitter @MatalonF
(27 gennaio 2013)