Qui Roma – Luci spente contro l’indifferenza

Luci spente. Per la Memoria, per il ricordo attraverso le generazioni, per la consapevolezza che voltare le spalle al presente non è un’opzione per quanti si riconoscono in valori irrinunciabili come la libertà e la democrazia. Così, luci spente sul Colosseo – simbolo di Roma – che per il Giorno della Memoria guarda, su impulso della Comunità ebraica e dell’amministrazione cittadina, verso le nuove minacce e i nuovi venti di odio che spirano da Est e in particolare dall’Ungheria. A raccogliere l’invito esponenti del mondo istituzionale e della società civile. Con loro l’ambasciatore ungherese a Roma, Janos Balla. Sul palco si susseguono gli interventi. “Chi è sopravvissuto vuole da noi il futuro della Memoria. Per questo noi ricorderemo tutto, per sempre, e ci impegneremo a fondo perché la battaglia contro i fascismi non è ancora finita”, afferma Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Partito Democratico. Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera, si sofferma invece sulla missione appena conclusasi in Ungheria con al fianco parlamentari europei e israeliani. “C’è un rigurgito di antisemitismo fortissimo – racconta – ma noi non ci lasceremo più terrorizzare. Noi vinceremo, noi li batteremo, noi ce la faremo”. L’ambasciatore Balla elogia l’impegno del governo Orban contro Jobbik e le altre forze dell’estrema destra magiara che minacciano ebrei, rom, omosessuali e altre identità e ribadisce la centralità di Budapest come luogo di cultura e rinascita ebraica. “L’antisemitismo – dice – non è più presente da noi che in altri paesi”. Il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici rassicura sull’intenzione di “non voler mettere sotto processo l’Ungheria e il suo popolo” e si dichiara preoccupato per la comparsa sulla scena politica europea di alcuni partiti intenzionati “ad emulare lo Jobbik”. Allarme, dal leader degli ebrei romani, anche per la partecipazione di formazioni che si richiamano a ideologie di morte e di violenza alle prossime consultazioni elettorali in Italia. “Dobbiamo fermarli”, il suo appello. La serata, condotta da Daniel Funaro, si chiude con l’intervento del sindaco Gianni Alemanno che ricorda l’importanza del gesto simbolico in procinto di essere compiuto e sottolinea la sfida di Memoria lanciata dalla città di Roma con il completamento dell’iter burocratico che dalla prossima settimana, con l’approvazione dell’ultima delibera, porterà alla posa della prima pietra del Museo della Shoah. Sul palco, tra gli altri, a fianco del rabbino capo rav Riccardo Di Segni, l’ex presidente della Corte costituzionale e presidente emerito del Museo della Shoah Giovanni Maria Flick. Soddisfazione, in un messaggio congiunto inviato a Pacifici, è oggi espressa dai leader delle Comunità ebraiche ungheresi Peter Feldmajer e Gusztal Zoltai. “La vostra iniziativa – si legge – ci tocca nel profondo”.
Proseguono intanto nella Capitale le iniziative dedicate alla Memoria. Questa mattina al sacrario della Guardia di Finanza la deposizione di una corona e di alcuni fiori sulla lapide che ricorda quanti – tra coloro che hanno vestito la divisa – sono stati iscritti nel registro dei Giusti tra le Nazioni dello Yad Vashem. Presente per l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane l’assessore Noemi Di Segni, cui è stato donata una copia de Il contrabbandiere di uomini, volume dedicato all’eroica vicenda di Giovanni Gavino Tolis. Un’opera, a cura di Gerardo Severino, che si inserisce nel solco delle varie attività realizzate dall’arma a sei anni dall’istituzione del nucleo di ricerca storica volto a far luce sul contributo umanitario offerto dalla Guardia di Finanza durante il nazifascismo. “L’aspetto che più ho percepito – spiega Di Segni – è un impegno per il ricordo e la consapevolezza che va oltre le specifiche iniziative per il Giorno della Memoria ma che si concretizza in un lavoro quotidiano fatto di ricerca a stretto contatto con lo Yad Vashem”.
E ieri, da mattina a sera, sono stati molteplici gli appuntamenti cui ha preso parte la Comunità ebraica. Al Cimitero del Verano, con la cerimonia organizzata congiuntamente da Aned e associazione Nipoti della Shoah; al Pitigliani, con la seconda edizione del progetto Memorie di famiglia; al Bet Michael, dove sono state unite due ricorrenze – Tu Bishvat e Giorno della Memoria – con la piantumazione, da parte dei bambini di Monteverde, di aiuole e ulivi in ricordo dei testimoni Shlomo Venezia e Sabatino Finzi. Recitato un Izhkor in loro memoria. Ad intervenire, tra gli altri, l’assessore alle relazioni esterne della Comunità ebraica Ruben Della Rocca, il rav Umberto Piperno, il maskil Gadi Piperno e Aldo Anav del Keren Kayemeth LeIsrael.

a.s.

(28 gennaio 20139