Melamed – #questannoalMIUR

Non si lascia sviare Marco Rossi-Doria, sottosegretario all’Istruzione ed ex maestro elementare, che aveva recentemente denunciato – con un intervento pubblicato sulle pagine de La Stampa – come la politica sembri aver abbandonato la scuola. A pochi giorni di distanza ecco che la sua segreteria inizia un capillare lavoro di diffusione tramite web e social network di un bilancio di mandato intitolato Quest’anno al MIUR, che diventa immediatamente anche un hashtag su twitter. Si tratta di una sorta di riassunto delle attività istituzionali realizzate dal novembre 2011 ad oggi, e nell’introduzione il sottosegretario ribadisce quali sono stati i principi che hanno guidato il suo lavoro: “Per quanto riguarda il lavoro che ho più seguito direttamente – in base alle deleghe affidatemi dal Ministro Profumo – ho cercato di sviluppare un’idea di scuola frutto di tutti questi anni di esperienza e confronto con le migliori pratiche. La scuola deve cambiare, lo ripetiamo da tempo. Deve saper essere contemporanea, innovarsi in base ai cambiamenti della società. Deve essere personalizzata, per rispondere ai bisogni educativi di ciascuno. Deve essere inclusiva e non perdere nessuno per strada. E infine deve essere una vera e propria comunità educante, in grado di trasmettere principi e valori fondanti della società democratica e di sviluppare pienamente la persona in crescita. È su questa idea di fondo che ho lavorato, dalle indicazioni nazionali all’integrazione, dal contrasto alla dispersione scolastica allo sviluppo dell’autonomia.” Per ognuna delle parole chiave scelte per sintetizzare i suoi obiettivi, ossia puntare a una scuola che sia “contemporanea”, “personalizzata”, “inclusiva” ed “educante” viene fatto, nel corso dello slide show, un resoconto dei risultati ottenuti e vengono forniti dati concreti ed elementi di approfondimento.
Nell’introduzione Marco Rossi-Doria ammette che il bilancio ovviamente non può essere soltanto positivo: “il tempo è stato tiranno, pochi mesi di gestione del sistema più complesso e articolato del Paese bastano soltanto per poche e selezionate scelte. La durissima condizione dei conti pubblici ha inoltre frenato molto la capacità di azione, costringendoci a guardare soprattutto alle emergenze e ad astenerci da quelle riforme in profondità di cui la scuola ha davvero bisogno.” Ma, prosegue poco oltre, “Nella scuola italiana c’è professionalità, impegno, innovazione. È su queste forze che si potrà contare, e sono queste forze che andranno finalmente valorizzate, mano a mano che l’Italia uscirà dalle difficoltà. Teniamolo presente. E non smettiamo mai di discutere e confrontarci su come costruire una nuova stagione per la scuola italiana.”
E le parole “Non c’è futuro senza scuola”, pronunciate praticamente tutte le volte che nelle comunità ebraiche italiane si affronta l’argomento istituzioni scolastiche, non devono diventare solo uno slogan ripetuto molte e molte volte. Non guasta ricordarlo in questo periodo di campagna elettorale, perché non sia solo il sottosegretario uscente all’Istruzione Marco Rossi-Doria a cercare di tenere viva l’attenzione su un dibattito che deve restare centrale nei programmi di chiunque voglia guidare una Comunità ebraica o, non dimentichiamolo, un Paese.

Ada Treves twitter@atrevesmoked

(30 gennaio 2013)