…ebraismo

Ha ragione Benedetto Carucci, le semplificazioni, in qualunque direzione vadano, non si addicono ad un fenomeno complesso e variegato come l’ebraismo. Sempre che non si voglia fare come gli antisemiti del primo Novecento per cui gli ebrei erano tutti rivoluzionari e insieme tutti ricchi borghesi. Ma il mondo che, sulla scorta anche dell’ultimo libro di Traverso, Sergio Luzzatto propone è quello dell’ebraismo tedesco dell’Ottocento, percorso da una straordinaria passione del nuovo e caratterizzato da una viva partecipazione alle rivoluzioni del tempo. Il mondo ebraico che ha mandato tanti suoi figli, e fra loro non pochi rabbini, esuli politici in America dopo la rivoluzione fallita del 1848. E ugualmente percorso da ideologie rivoluzionarie e da ansie appassionate di cambiamento è la Russia zarista di fine Ottocento, culla del sionismo ma anche del bolscevismo e del socialismo del Bund. Questi due mondi ben poco avevano di moderato o di conservatore, a differenza del cammino intermedio dell’ebraismo italiano, più moderato ma anch’esso non privo di volontà di radicali cambiamenti. Senza semplificare, conviene credo tener presente questa modalità dell’ebraismo dell’Otto-Novecento, questa grande ricchezza della nostra storia. Perché, come dicevano gli ebrei tedeschi del XIX secolo, gli ebrei sono tali anche per la loro storia.

Anna Foa, storica

(4 febbraiio 2013)