Pacifici al Csm su Memoria e responsabilità del fascismo
La giurisdizione e le discriminazioni razziali tra storia e attualità. Di questo si è discusso al Consiglio Superiore della Magistratura con ospiti, tra gli altri, il ministro della Giustizia Paola Severino, il vicepresidente del Csm Michele Vietti e il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “Questa – ha esordito Pacifici – è una giornata in cui ricordiamo non solo gli ebrei che vennero perseguitati e morirono nei campi di sterminio ma anche tutte le altre minoranze considerate diverse dal nazifascismo”. Soffermandosi sulla proposta del Corriere della sera di istituire il lutto cittadino a Roma per il 16 ottobre (“una proposta che ci riempie di orgoglio”) il leader degli ebrei romani ha affermato: “Il Consiglio della nostra Comunità ha raqionato a fondo su questa proposta. Molti di noi hanno espresso il pericolo dell’assuefazione della Memoria, dando la sensazione che la Memoria sia ad appannaggio solo degli ebrei. Così ho chiesto al sindaco di intendere il 16 ottobre come una giornata di riflessione per tutta la cittadinanza”. Pacifici si è successivamente chiesto se le leggi razziste siano state l’inizio dell’aberrazione del fascismo o l’epilogo di questo. “La verità – ha commentato – è che questo Paese non ha mai fatto realmente i conti col fascismo. L’errore è stato non aver messo mai sotto processo quelli che pensarono le leggi razziste e quelli che le fecero applicare, anche se va ricordato quanti cercarono di sottrarvisi con numerosi esempi a partire dalle forze dell’ordine. Credo che dobbiamo concentrare le nostre forze per trovare non solo le colpe dei carnefici, ma anche le colpe degli indifferenti, di quelli che sapevano e che non hanno voluto vedere. Questo è il vero esercizio di Memoria”. Una Memoria quindi indissolubilmente legata al presente e proiettata nel futuro. “Oggi – ha proseguito – siamo indifferenti di fronte a temi come l’immigrazione e la diversità. Il Giorno della Memoria non serve per ricordare solo le vittime ma per far sì che ciò non accada mai più. In questi tempi le nostre città sono protagoniste di fatti di cronaca dove gruppi neonazisti e neofascisti protestano, si organizzano, scendono in politica e in strada manifestando chiaramente la loro appartenenza ideologica. Anche se molto viene fatto dalle forze dell’ordine, manca a mio avviso un recinto legislativo per evitare che questi gruppi si organizzano fino a presentarsi alle elezioni. Come scongiurare il pericolo che si utilizzino gli strumenti della democrazia per entrare a far parte delle istituzioni? Serve una norma chiara”. Una norma chiara, che non dia ad alcun movimento la possibilità di aggirare l’apologia del fascismo portando avanti politiche “fasciste se non naziste”. In conclusione un caloroso ringraziamento per il lavoro svolto sul fronte del contrasto ai nuovi fenomeni di xenofobia e razzismo sul web. “È tempo che ci si interroghi – ha ammonito Pacifici – se non sia il caso di applicare leggi rigide come quelle sulla pedopornografia anche in questo ambito”.
(4 febbraio 2013)