Dalle leggi razziste alla Resistenza
Per tutto il mese di febbraio alla Biblioteca nazionale di Firenze è visitabile una “panoramica dell’eco delle leggi razziali sui giornali italiani” allestita nel vastissimo atrio marmoreo; una mostra assai modesta e per niente pubblicizzata, ignorata dagli stessi addetti all’ingresso, ma che merita di essere vista perché i documenti esposti nelle sei bacheche dai volonterosi organizzatori, Sergio Marchini e Fulvio Stacchetti, sono assai interessanti e rispondono al titolo datole ‘Noi tireremo diritto – la costruzione dell’Ebreo nemico nella stampa italiana: dalle leggi razziali alla Resistenza’. Vi troviamo il quotidiano fiorentino La Nazione del luglio 1938 con i primi decreti contro gli ebrei e gli ultimi numeri del settimanale Israel, stampato a Firenze, prima dell’assalto di squadristi alla sua tipografia distrutta in quell’anno. Di quel periodo sono esposti anche vari numeri del Bertoldo e del Marc’Aurelio, giornali satirici famosi per le loro terribili vignette. Una vetrina è dedicata all’opera indefessa di salvataggio condotta da Don Leto Casini e un’altra al ricordo di due caduti per mano di cecchini spinti dall’odio per l’ebreo anche quando Firenze era già stata liberata. Giuliano Treves, nato nel 1916, era stato il giovanissimo insegnante, idolatrato dalle allieve, di inglese e storia dell’arte nella Scuola superiore ebraica. Sfuggito a fine novembre alla razzia nel Convento del Carmine, aveva raggiunto Roma e si era unito alle truppe alleate, come interprete, risalendo la penisola; colpito di striscio dalla bomba che in Oltrarno uccise invece, l’8 agosto, l’amico partigiano Aligi Barducci, noto come “potente”, aveva continuato a svolgere il suo incarico fino a sera morendo per l’ematoma cerebrale formatosi.
Giacomo Lumbroso (1897), essendosi battezzato nel 1927 per potersi sposere non è mai ricordato in campo ebraico ma invece era ben rimasto ebreo nel suo animo come risulta dal bell’articolo esposto, Ebrei e fascismo, coraggiosamente pubblicato il 25-12-1933-XII dell’era fascista sul foglio L’Universale; a 18 anni era andato volontario in guerra, nel 1923 era stato espulso dal partito fascista. Fu ucciso da un colpo di fucile il 12 agosto 1944.
Lionella Viterbo
(8 febbraio 2013)