Musica del Mediterraneo per Tullia Zevi
“Nella concezione ebraica dell’esistenza non c’è separazione netta tra pubblico e privato. Si deve osservare tra le mura domestiche un comportamento coerente con il volto che si mostra all’esterno. Un’idea molto distante dai modelli proposti ai giorni nostri. Se penso a mia nonna, e a cosa la mia generazione dovrebbe imparare, questo è forse il primo messaggio che mi viene in mente. Occorre vigilare sulle proprie azioni senza creare una gerarchia di situazioni: è importante essere all’altezza tanto nei momenti solenni quanto nei piccoli gesti quotidiani; trattare con rispetto le persone di riguardo, e con attenzione ancora maggiore chi invece ci appare più umile”.
Una lezione, qua raccolta nelle riflessioni del nipote Tobia (Pagine Ebraiche maggio 2011), che ha contribuito a fare di Tullia Zevi, la “signora dell’ebraismo italiano”, un personaggio indimenticabile. A due anni dalla scomparsa, l’omaggio congiunto di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Pitigliani con un concerto di musiche sefardite in programma domenica alle 19 nella sede del centro culturale trasteverino. Una serata nel segno dell’arte, di quella musica del Mediterraneo che Tullia Zevi, eccelsa suonatrice d’arpa, portava nel cuore. Ma anche un’occasione per declinare, nel racconto di alcuni amici, lo straordinario impegno profuso nelle istituzioni ebraiche e in tutta la società. Giornalista, intellettuale, firmataria delle Intese che avrebbero aperto una nuova fase nei rapporti tra ebraismo italiano e Stato. A renderle omaggio con una testimonianza, tra gli altri, l’attuale presidente dell’Unione Renzo Gattegna e il direttore del Pitigliani Ugo Limentani.
Il concerto, intitolato Aman Sepharad, vedrà esibirsi Arianna Lanci (canto), Sara Mancuso (arpa, clavicytherium, organo portativo) e Marco Muzzati (salterio, percussioni).
(8 febbraio 2013)