I retroscena di un abbandono repentino e l’omaggio di Sergio Minerbi al pontefice
Alla vigilia della sua visita alla sinagoga di Roma, in una lunga intervista al giornale dell’ebraismo italiano “Pagine Ebraiche”, Sergio Minerbi, considerato il massimo esperto vivente di rapporti fra Israele e Santa Sede, aveva definito Benedetto XVI “Antipatico ma serio”. Oggi, rispondendo alle domande dei giornalisti della radio statale di Gerusalemme Kol Israel e del Portale dell’ebraismo italiano, il suo giudizio è cambiato solo in parte. “Correggerei – sorride Minerbi, mentre esprime sincera partecipazione nei confronti del drammatico gesto di Benedetto XVI – solo il termine ‘antipatico’. Confermo invece in pieno il giudizio sulla sua serietà”.
Ma lo studioso e diplomatico israeliano, che è noto per tenersi ben distante dalle espressioni di maniera e dalle frasi di circostanza, si guarda bene dal limitarsi a qualche generica espressione di simpatia e di solidarietà nei confronti del papa. Né mostra di credere che alla base della decisione repentina e sconvolgente di lasciare in pochi giorni il soglio pontificio possano esserci esclusivamente motivi di salute.“I papi muoiono sul trono – spiega Minerbi – così come ha fatto anche Giovanni paolo II. Non è facile credere che solo le precarie condizioni di salute possano giustificare un gesto simile. Penso piuttosto a un dissidio insanabile fra pontefice e Segreteria di stato, una distanza molto pericolosa e potenzialmente esplosiva in seno al Vaticano che Benedetto XVI potrebbe aver deciso di chiudere con un clamoroso passo indietro”.Fra i diversi indizi elencati da Minerbi che lasciano intendere un problema interno alla Santa Sede, anche lo sfortunato incontro con i quattro vescovi oltranzisti lefebvriani (uno dei quali si sarebbe rivelato subito dopo un negazionista). “Non è pensabile che un incontro sia avvenuto senza una volontà o forse una leggerezza della Segreteria di stato”.Minerbi cita anche le dimissioni forzate del banchiere dello IOR, un organismo centrale per le finanze vaticano Ettore Gotti Tedeschi, considerato un uomo fedele a Benedetto XVI, e altri segni di forte incomprensione. “Se si crea un dissidio di questa portata all’interno della struttura vaticana – commenta Minerbi – evidentemente a nulla possono valere nemmeno i poteri assoluti del pontefice”.“Resta da chiedersi – aggiunge Minerbi – cosa abbia portato Ratzinger ad abbandonare il campo invece che optare per la soluzione che pure avrebbe potuto praticare di pensionare il cardinal Tarcisio Bertone”.Ardue le previsioni, secondo lo studioso, di quanto potrà avvenire in futuro.“Molti ritengono – commenta – che il cardinale Ettore Scola, arcivescovo della diocesi più importante d’Italia, quella di milano, possa salire al soglio pontificio. Si tratta di un vescovo esperto e con una solida esperienza di impegno internazionale, ma anche del ritorno a un papa italiano”.Ancora più difficile, lascia intendere Minerbi, prevedere come potranno evolvere i rapporti ebraico cristiani. Ma lo studioso non fa sconti nemmeno al fronte ebraico, quando ricorda che molto in ogni caso dipenderà dall’attitudine e della capacità del governo di Gerusalemme di gestire il difficile equilibrio diplomatico. “La politica vaticana dello stato di Israele è carente, troppo cedevole là dove bisognerebbe resistere e inutilmente dura là dove sarebbe necessario dimostrare disponibilità”.
gv
(11 febbraio 2013)