Benedetto XVI – L’enigma dell’abbandono
Alla fine del 2003 fui ricevuto al Sant`Uffizio dal Cardinale Ratzinger ed ebbi una vivace discussione sul suo articolo del 29 dicembre 2000, nel quale scrisse tra l`altro che i nazisti volendo colpire le radici abramiche del Cristianesimo, uccisero gli ebrei. Ero indignato di una concezione che mi sembrava simile a una gigantesca partita di biliardo nella quale si mira a sinistra per colpire a destra. Mi rispose con la vivacità di chi non ammetteva discussioni sulle sue tesi teologiche.
Da allora passò molta acqua nel Tevere, Benedetto XVI si affermò come un Papa coraggioso che parlò contro il terrorismo il 9 gennaio 2006 dicendo:” Nessuna situazione può giustificare tale attività criminale, che copre i perpetranti di infamia, ed è tanto più deplorevole quando si nasconde dietro la religione”. Nello stesso anno, il 12 settembre 2006, tenne una conferenza all’Universita` di Regensburg, nella quale citò l’imperatore bizantino Manuel II che aveva detto “Mostratemi che cosa Maometto ha portato di nuovo”.
Dal punto di vista ebraico il contributo più importante di Benedetto XVI è nella sua trilogia su Gesù. Egli ha scritto nel 2011, che nel Vangelo secondo Marco la richiesta di mettere a morte Gesù includeva anche la folla che sosteneva Barabba, ma non “il popolo ebraico come tale”.
Durante la visita a Yad Vashem, a Gerusalemme, Benedetto XVI tenne un ottimo discorso spiegando ai suoi fedeli l’importanza di un monumento funebre ed un nome per ogni vittima. Purtroppo i dirigenti di Yad Vashem non capirono il testo.
Ora sono dispiaciuto che Benedetto XVI abbia deciso di lasciare l’incarico. Non abbiamo il diritto di intrometterci nelle questioni interne del Vaticano, ma alcune riflessioni vengono allo spirito. Anzitutto la sua decisione è maturata probabilmente già l’anno scorso quando fu costretto ad accettare le dimissioni di Ettore Gotti Tedeschi che aveva nominato personalmente a presidente dello IOR.
Già all’epoca di Papa Luciani, nel 1978, correvano voci in Vaticano su malversazioni finanziarie e su una presunta eliminazione del papa dopo 33 giorni di regno. Il caso fu archiviato, ma riaffiora nella nostra memoria. Ora un libro di documenti pubblicati da Gianluigi Nuzzi nel maggio 2012 mette a disposizione del pubblico i segreti finanziari del Vaticano. Poi di rincalzo è venuto un altro libro “I segreti del Vaticano” di Maria Antonietta Calabrò e Gian Guido Vecchi, pubblicato dal Corriere della Sera.
A questo punto affiorano alcune domande. Se il Segretario di Stato Tarcisio Bertone non riesce a gestire la Curia, come sembra, perché Benedetto XVI non ha preso al balzo l’occasione dei suoi limiti di età pochi mesi fa e non ha messo termine al suo incarico?
Perché Benedetto XVI ha preferito presentare le proprie dimissioni? Ha ricevuto forse delle minacce? Perché non è rimasto al suo posto anche quando la nave affonda?
Ignoriamo le risposte a queste domande e forse non potremo mai conoscerle.
O forse ha ragione Don Giovanni Battista Franzoni che scrive:”E` proprio il papato come forma istituzionale ad essere ormai antiquato?”.
Sergio Minerbi, diplomatico
(12 febbraio 2013)