Qui Napoli – Tra identità e memoria
“Ho condotto questa ricerca stimolata da una domanda: “chi sono gli ebrei?”. È una domanda intrigante, divenuta ancora più urgente quando ho saputo di uno studente che, durante la visita della sua scolaresca in sinagoga a Napoli, aveva chiesto alla guida: ‘Ma voi siete italiani?’. Penso di poter rispondere che sono profondamente e appassionatamente italiani, di origini diverse, presenti a Napoli da molte generazioni o da poco tempo, ma comunque capaci di amare questa città alla pari degli altri napoletani”. Così Pierangela Di Lucchio, dottore di ricerca in Antropologia ed Epistemologia della Complessità all’Università degli Studi di Bergamo, nell’introduzione al suo scritto Tra identità e memoria-Viaggio nella Comunità ebraica di Napoli (ed. Lexis) che sarà presentato domani alle 18 nella sede della Comunità partenopea. Un’opera di grande valore, primo saggio a descrivere etnograficamente gli ebrei napoletani, che ci guida passo dopo alla scoperta di quella che l’autrice non esita a definire una Comunità “di frontiera”, ultima proiezione verso il Mediterraneo sefardita e baricentro del risveglio ebraico in corso nell’Italia meridionale. L’opera, realizzata a conclusione degli studi di dottorato, è suddivisa in quattro sezioni volte ad approfondire gli aspetti fondamentali della Comunità e i suoi protagonisti. In uno specifico capitolo si dà inoltre voce a chi da Napoli ha scelto di emigrare in Israele e al legame sempre saldo dei nuovi italkim con la città di origine. Numerose e dense le interviste, i dialoghi che si dipanano lungo un filo di emozioni e ricordi personali. Ne emerge un quadro complesso e diversificato. Una Comunità piccola nei numeri ma decisamente attiva, viva, vitale. “Tra identità e memoria – spiega Ottavio Di Grazia, professore di Storia delle Religioni all’Università di Napoli, che domani pomeriggio dialogherà assieme all’autrice, a Stefano De Matteis e Miriam Rebhun – è un libro che offre una ricostruzione brillante, rigorosa, informata, di uno spaccato di una comunità, quella di Napoli che è immediatamente metafora non solo di una città unica, ma anche di un luogo europeo di incontro, di biografie sociali e umane che attraverso le loro voci ci parlano anche della nostra storia”.