Il Festival che ha scoperto lo Shabbat
Anche questa sessantatreesima edizione di Sanremo ce la siamo portati a casa. Vince un assonnato e tenero Mengoni che sull’orlo della disperazione chiede: “Ma devo cantare ancora?”. Una lunghissima serata con il trionfale inizio del maestro Daniel Harding che dirige l’orchestra prima con la Cavalcata delle Valchirie di Wagner e poi con l’Aida di Verdi. I due sono più o meno il corrispettivo classico della lotta degli anni ’90 tra chi preferiva Britney Spears e chi Christina Aguilera. Dall’avvenenza travolgente della top model di Lodi Bianca Balti, impeccabile in Dolce & Gabbana, alla nostra amata Littizzetto che si lancia prima in un monologo sulla bellezza e poi con Fazio fa una lista delle cose viste a Sanremo, in puro stile Vieni via con me e Quello che non ho. “Ho visto Bar al bar che voleva un caffè” introduce Fazio, “Ho visto Fazio che voleva Bar” conclude laconica Lucy. Torna sul palco Raiz dopo Shabbat, venerdì sera nella serata amarcord a fiancheggiare il resto del gruppo il dj Clementino, James Senese e Fausto Mesolella in una inedita versione del Ragazzo della via Gluck. Purtroppo gli Almamegretta non passano la selezione ma hanno ufficialmente sdoganato in eurovisione lo Shabbat. Vittoria morale per Elio e le storie tese che si piazzano tra i finalisti e vincono premio della critica e per l’arrangiamento. Tra Andrea Bocelli che canta accompagnato dal figlio Amos e Birdie, inglese, classe ’96 che si esibisce in Skinny love, Sanremo chiude il sipario. Il palco trasparente con sotto le poltrone rosse vuote, che ha colpito anche Claudio Bisio, resta un mistero.
Rachel Silvera twitter @RachelSilvera2