Dalla scheda al bicchiere

Una nota azienda di birra danese ha lanciato una campagna per le elezioni italiane con una raccomandazione agli elettori: “Prima si vota, poi si beve. Non come le altre volte!”. Un messaggio che, simpaticamente, potremmo pensare che sia rivolto proprio agli ebrei italiani. Non certo perché siamo soliti ubriacarci, ma perché la coincidenza tra queste elezioni e la festa di Purim nella quale siamo obbligati a bere tanto da non distinguere tra il maledetto Haman e il benedetto Mordechai appare quantomeno curiosa. Un po’ per gioco potremmo dire che nella giornata in cui dovremmo bere talmente tanto da non saper distinguere tra il bene e il male ci troveremo a scegliere per il futuro del nostro paese. Finito di scherzare, possiamo dire che non c’è rischio che ciò accada; ciascuno di noi voterà per ciò che riterrà più opportuno ed in maniera totalmente consapevole. Il mio augurio è che però questa coincidenza possa servire a qualcosa; a ricordarci per esempio che oltre le divisioni e gli attacchi personali che la politica sembra creare tra ebrei, di Haman che vogliono distruggerci è ancora pieno il mondo. O che la strada da percorrere è quella che fu di Mordechai. Non prostrarsi di fronte all’autorità costituita, qualunque essa sia, ma rimanere fermi nei valori della Torah e delle mizvot. Solo così potremo esprimere un buon voto e festeggiare un buon Purim.

Daniel Funaro
(21 febbraio 2013)