…fotografie

Il premio “World Press Photo” per la migliore immagine del 2012 è stato assegnato a Paul Hansen per il funerale di due bambini presumibilmente morti a Gaza in novembre durante il conflitto fra Hamas e l’esercito israeliano. Chiaramente il movente della decisione della giuria non è la fotografia in sé – ne abbiamo viste di migliori fra quelle non premiate – ma è il fatto. Normalmente si sceglierebbe la foto migliore, salvo poi chiedersi quale fatto intenda rappresentare, ma con un processo di ingegneria alla rovescia si sceglie il fatto da rappresentare, e la sua giusta narrativa, salvo poi reperire la foto più adatta a rappresentarlo. Con la medesima ingegneria alla rovescia, si è dato un premio per la migliore vignetta satirica a un’orrenda caricatura di personaggi politici israeliani raffigurati come mostri sanguinari; cosí come in Francia si è dato un premio letterario al volumetto di Shlomo Sand, “L’invenzione del popolo ebraico”, che è l’invenzione di un cultore di cinematografia francese contemporanea che si spaccia per esperto di macrostoria e di genetica delle popolazioni. Ora, mediante un collegamento straordinario col premio fotografico, a lanciarsi nel gorgo dell’ingegeria alla rovescia è Francesca Paci della Stampa – una corrispondente solitamente informata e misurata: “Chi ha ucciso il piccolo Mohammed al Dura, si sono chiesti per anni le migliori penne del giornalismo mondiale?” domanda Francesca Paci, e risponde: “La dinamica rimane controversa ma diversi studi balistici confermano oggi che a stroncare la vita del ragazzino-icona fu il fuoco incrociato, amico, nemico, comunque spietato”. Traduzione: sono stati forse gli Israeliani, oppure i Palestinesi, la dinamica rimane controversa, ma comunque sono stati gli Israeliani. Muhammed al Dura, e i due bambini morti della foto di Paul Hansen, non meno che le pallottole, li hanno uccisi anche le migliori penne del giornalismo mondiale, inclusa quella di Francesca Paci. Perché l’ingegneria alla rovescia non funziona mai in Siria o in Libia, o a Palermo, o nel Connecticut.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(21 febbraio 2013)