L’etica del dubbio

Il film svedese Il sospetto fa davvero pensare. Non è solo una drammatica riflessione sul potere distruttivo della “diceria”, ma uno stimolo ad affrontare un paradosso etico: se credi all’accusa, puoi distruggere un innocente; se non credi, ne puoi distruggerne un altro. Questo film mi ha fatto pensare alle storiche calunnie sugli ebrei e sui bambini cristiani. Nel film lo spettatore sa chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”, ma nella vita non si hanno certezze: e chi non sa può forse restare immune dall’effetto della diceria? Tendo a pensare che l’unico modo per resistere al pericolo di credere senza sapere sia lottare contro l’atto stesso di credere, cercando di educarsi all’etica non violenta e umile del dubbio.
Da un provocatorio, celebre, spudorato, geniale, malinconico, umoristico cantore dell’ebraismo russo contemporaneo:

La mia vita dalla culla al bastone
ho ingoiato con spirito e nerbo,
ma a nessuno son stato padrone,
neanche a Dio ho fatto da servo.
(Igor’ Guberman, Versi da Gerusalemme)

Laura Salmon, slavista

(22 febbraio 2013)