Nugae – Ipocondria

“Il punto è che sono sempre certo di imbattermi in qualcosa che mi mette in pericolo di vita. Poco importa che pochi siano mai morti di labbra screpolate. Ogni minimo male o dolore mi spedisce nello studio di un medico, per farmi rassicurare che la mia ultima allergia non necessiterà di un trapianto di cuore”. Così Woody Allen ha descritto qualche tempo fa in un meraviglioso articolo sul New York Times cosa sia l’ipocondria. Anzi, in realtà lui si definisce un allarmista: i suoi sintomi non sono immaginari, sono reali. E lo mandano nel panico più completo come se fossero spia di qualcosa di gravissimo. Ora, è chiaro che per una che era già un’ammiratrice devota del mitico regista, quella di condividere con lui questa forma di follia, e per di più nella stessa sfumatura, è un segno del destino. Ma la verità è che non ci vuole Woody Allen per capire che l’ipocondria è in grado di generare situazioni da commedia. Di certo per chi le osserva, ma una volta scampato il pericolo, in realtà anche per l’ipocondriaco stesso. Per esempio, spegnere di colpo la tv ogni volta che va in onda non solo il Dr. House, per non rischiare di venire a conoscenza di nuove malattie i cui sintomi si potrebbero riconoscere in sé un domani, ma persino Bay watch (esatto, quella dei bagnini) perché una volta a un personaggio veniva diagnosticata una malattia per cui gli si sarebbe gradualmente ristretto il campo visivo fino alla cecità, e “in effetti ultimamente anche a me sembra, o mamma mia diventerò cieca”. Oppure saltare la scuola perché la notte prima si avvertiva uno “strano fastidio” alla schiena, inizio ovviamente di una paralisi a vita, per andare da quel poveretto del dottore la mattina a farsi dire solamente: “signorina, dopo il liceo lei non vada mai e poi mai a studiare medicina”. È come dice Woody: “È anche vero che quando esco di casa per fare due passi a Central Park o bere un caffè da Starbucks, capita di passare a fare un rapido elettrocardiogramma o una TAC, così per precauzione. Anche quando l’esito del mio controllo annuale mostra perfetta salute, come posso rilassarmi sapendo che nel momento stesso in cui lascio lo studio del dottore qualcosa potrebbe cominciare a crescere in me e fra un intero anno la radiografia del mio torace potrebbe somigliare a un quadro di Jackson Pollock?”.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(24 febbraio 2013)