In cornice – Le promesse, i problemi, la cultura

Fino a quando erano aperte le urne e i politici, qualcuno in particolare, si sono lanciati in mille promesse o in facili ricette per uscire dalla crisi. Ma i problemi hanno radici talmente profonde, la spirale negativa che si è innestata talmente complessa, che soluzioni semplici non si vedono all’orizzonte. O forse si potrebbero vedere, se si abbandonassero i soliti temi di discussione. Perché in tutta questa campagna elettorale si è parlato pochissimo di patrimonio artistico, risorsa che in Italia non manca, e pochissimo di rilancio del settore turistico, che crea milioni di posti di lavoro e che ha enormi margini di crescita in questo paese. Senza considerare che il miglioramento dell’immagine dell’Italia, legata a una più efficace comunicazione dello splendore del suo patrimonio artistico, avrebbe effetti positivi su tutto il made in Italy, che a sua volta non può certo competere facendo solo efficienze sui costi. Aggiungiamo che il settore turistico è uno dei pochissimo in cui lo Stato può ancora far sentire la sua voce: in mille altri ha le mani legatissime da quanto viene deciso a livello internazionale, o semplicemente perché interi settori dell’economia e dell’infrastruttura sono stati venduti o svenduti ad aziende che del Governo Italiano si infischiano altamente. Si può sapere allora perché non ci si è concentrati sul rilancio delle gestione del patrimonio artistico e del settore turistico? Forse non è una fiaba interessante, come l’improvvisa e drastica riduzione delle tasse, o non fa audience come la riduzione dei costi della politica. Eppure questo disinteresse è una dimostrazione tangibile come la classe politica, più che costare molto, governa molto male e non pensa a quel che è più ovvio.

Daniele Liberanome, critico d’arte
(25 febbraio 2013)