Elezioni – Come hanno votato gli italkim
Il voto degli italiani in Israele si presta a qualche altra considerazione. Innanzitutto va notato che ai fini del voto sono due le circoscrizioni rilevanti: Israele e la cosiddetta Circoscrizione Speciale che include Gerusalemme e la Cisgiordania. Il risultato finale si ottiene sommando queste due aree. L’incremento della popolazione italiana in Israele negli ultimi cinque anni è testimoniato dal numero di elettori potenziali passati da 6.261 nel 2008 a 10.498 nel 2013. Diminuisce invece la percentuale di partecipazione al voto, da 34% alla Camera e 33% al Senato nel 2008, a rispettivamente 28,4% e 30,4% nel 2013. Il PdL risulta la formazione politica maggiore in entrambe le elezioni, in entrambe le camere, e in entrambe le circoscrizioni, ma si notano notevoli differenze nelle proporzioni di questo successo. Rispetto al totale delle due circoscrizioni, nel 2008 il PdL conquistava due terzi dei voti alla Camera, mentre oggi ne raccoglie il 54%. Il PD scende da 25,7% a 21,7%. La lista Monti sfiora il 20% mentre nel 2008 la UdC da sola otteneva il 6%. Grillo va poco oltre il 4% mentre cinque anni fa due altri piccoli gruppi di sinistra raggiungevano insieme il 3.5%. Un po’ diversi i risultati al Senato dove il PdL nel 2008 raccoglieva il 65% e oggi scende al 45,7%. Il PD migliora di un punto attorno al 25%, mentre Monti sale al 23.5% e Grillo si ferma al 5%. La migliore performance della coalizione di Berlusconi alla Camera rispetto al Senato (oltre 8 punti percentuali in più) può forse essere attribuita a un “effetto Sharon Nizza” che appunto concorreva per Montecitorio. Peraltro entrambi i seggi della circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, Camera e Senato, vengono attribuiti al PD e a eletti residenti in Australia dove si trova la maggiore collettività italiana della circoscrizione. Infine, il PdL raccoglie molti più consensi fra gli Italkím nella circoscrizione principale di Israele rispetto alla zona allargata di Gerusalemme dove può essere stato relativamente più influente il voto degli appartenenti a ordini religiosi cattolici e alle organizzazioni di cooperazione internazionale.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme