Grillo

Se c’è una cosa preoccupante del risultato elettorale di Grillo e del suo movimento è che la ragione per cui ha ricevuto i voti non corrisponde minimamente alle idee e alle proposte che porterà avanti. L’esasperazione degli italiani, accompagnata all’incapacità politica dei partiti di rigenerarsi, ha permesso a Grillo di ottenere un consenso oltre ogni previsione che gli consentirà di recitare un ruolo di primo piano nel prossimo parlamento. Certo, considerare la scelta 25% degli italiani come una semplice forma di protesta è limitativo, ma basta ascoltare le interviste dei neo deputati grillini per capire che in realtà, cosa portare avanti, non lo hanno capito bene neanche loro. Questo, grazie a una gestione magistrale della comunicazione da parte di Grillo che gli ha permesso di scegliere i temi della campagna, senza doversi preoccupare di dare risposte concrete. Così, ad oggi, sappiamo che forse (e per fortuna) i costi della politica diminuiranno, ma non invece come si interverrà in altre materie delicate, specialmente se dovesse esserci un accordo con Bersani. Perché tra proposte incostituzionali (referendum in materia economica) e altre irrealizzabili (reddito di cittadinanza), l’unica cosa su cui sembra essere stato fin troppo chiaro è la sua politica estera. Il suo legame con Teheran spaventa e a noi nella migliore delle ipotesi non resta che sperare che il cognato rinsavisca e che finalmente gli spieghi come funzionano le cose laggiù.

Daniel Funaro
(28 febbraio 2013)