Tre generazioni, un paese che cambia
Tre generazioni di narratori e poeti ebrei. La storia, le complessità, le diverse anime di un Paese – Israele – raccontato attraverso lo sguardo attento di alcune delle sue migliori espressioni intellettuali. Questo il percorso delineato al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in occasione di ‘Appena ieri. La letteratura ebraica nelle generazioni’, terzo appuntamento del ciclo di incontri Quale identità ebraica-Generazioni a confronto a cura di Sira Fatucci e Ilana Bahbout. Ospiti Stas Gawronski, autore e conduttore di Cultbook, e rav Benedetto Carucci Viterbi, preside delle scuole ebraiche di Roma. Letture in ebraico di Alumà Mieli. Molti gli autori cui si è fatto riferimento: da Aharon Appelfeld a Nathan Englander, da Abraham Yehoshua a Ronny Someck. Tra i vari temi presi in esame l’emozionante epopea della nascita di un moderno Stato ebraico e la sua quotidiana lotta per l’esistenza, il rapporto dei sopravvissuti con l’orrore della Shoah, conflitti sociali e culturali, il servizio militare, la vita di tutti i giorni nei suoi aspetti gioiosi ma anche in quelli meno lieti. Una realtà plurale e sfaccettata descritta in modo magistralmente da Someck nella sua Poesia patriottica, testo di cui è stata data lettura sia in italiano che in ebraico. “Io sono un iracheno-pigiama, mia moglie è rumena e nostra figlia è il ladro di Baghdad. Mia madre – scrive Someck – continua a far bollire il Tigri e l’Eufrate, mia sorella ha imparato a cucinare il pirouschky dalla madre russa di suo marito. Il nostro amico, marocco-coltello, infilza una forchetta di acciaio inglese in un pesce nato sulle coste della Norveglia. Siamo tutti muratori licenziati, fatti scendere dalle impalcature della torre che ci piacque edificare in Babele”.
(1 marzo 2013)