Israele – Ultima chiamata per formare il governo
I giorni a disposizione di Benjamin Netanyahu per formare il nuovo governo israeliano passano velocemente (sabato 17 marzo la scadenza del periodo), e sulla stampa israeliana si rincorrono i dettagli di quello che dovrebbe essere l’accordo finale per dare vita alla maggioranza. Maggioranza che vedrebbe come principali alleati del Likud-Beytenu (31 seggi), il partito centrista Yesh Atid (19 seggi) e quella di destra nazional-religioso Habayit Hayehudì (12 seggi). Diversi i nodi da affrontare perché la coalizione prenda effettivamente forma. L’asse tra Yesh Atid e Habayit Hayehudì è basato soprattutto sulla volontà di affrontare alcune delle questioni cruciali del ruolo della popolazione haredi nella società israeliana: in primo luogo la questione dell’arruolamento nell’esercito degli studenti delle yeshivot, ma anche la necessità di riformare il curriculum scolastico degli istituti religiosi, al momento estremamente povero di materie secolari (come riportato dal quotidiano Maariv), o di garantire il funzionamento del trasporto pubblico anche di Shabbat (queste ultime richieste in particolare da Yesh Atid).
Un altro punto importante da superare sembra essere l’assegnazione di alcuni ministeri. Il leader di Yesh Atid Yair Lapid avrebbe voluto per sé il ruolo di ministro degli Esteri, ma Netanyahu sembra deciso a riservarlo ad Avigdor Lieberman, numero uno di Yisrael Beytenu dimessosi alcuni mesi fa in seguito alle vicende giudiziarie che lo coinvolgono, ma pronto a riassumere l’incarico non appena prosciolto (di ieri la notizia che il procuratore generale Yehuda Weinstein ha confermato che la scelta di riservare il posto a Lieberman sarebbe legale). Infine un’ulteriore questione sul tavolo è rappresentata dalla riduzione del numero stesso dei ministeri: fonti riferiscono che Netanyahu vorrebbe un governo con 28 ministri, Yesh Atid ne chiede solo 18.
Nel frattempo circolano i nomi cui verrebbero assegnati alcuni dei dicasteri chiave. La Difesa andrebbe a Moshe Ya’alon del Likud, già comandante in capo dell’esercito, l’Economia (già rifiutata da Lapid) al leader di Habayit Hayehudì Naftali Bennett. Potrebbe essere invece rinegoziato l’accordo con Hatnua per assegnare a Tzipi Livni il Ministero della Giustizia. Lapid promette che non verrà indirizzato a Netanyahu alcun ultimatum a proposito dei posti di governo. Ma un ultimatum per Bibi è comunque rappresentato dal tempo che passa. Già varie volte la stampa israeliana ha parlato di accordo vicino alla conclusione, per essere costretta a smentire dopo poche ore. Ma stavolta il cerchio si stringe e, siccome nuove elezioni in fondo non convengono a nessuno, sono in molti a scommettere che questa potrà essere la volta buona.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(7 marzo 2013)