Yom HaTorah – Studiare per essere noi stessi

Torna l’appuntamento con Yom HaTorah, la giornata dedicata allo studio dei testi della Tradizione organizzata dal Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per il prossimo 10 marzo. Tema di questa seconda edizione, che rende omaggio alla figura del rav Raffaele Grassini (1952-1992), è l’interrogativo Si può indovinare il futuro? Tra gli ospiti rav Michael Monheit, rav Yosef Carmel e Haim Baharier, studioso del pensiero ebraico.

Dopo i positivi riscontri dello scorso anno il dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rinnova, il 10 marzo/28 di Adar, l’organizzazione di una giornata interamente dedicata allo studio della Torah. L’obiettivo di Yom HaTorah è che nelle sinagoghe, nei gruppi di studio, negli enti e nelle associazioni ebraiche sparse su tutto il territorio nazionale, si studi e si sviluppi uno specifico argomento. Tema di questa seconda edizione, che rende omaggio alla figura del rav Raffaele Grassini (1952-1992), è l’interrogativo Si può indovinare il futuro? inteso come approfondimento dei divieti e delle eventuali aperture legate alla proibizione della Torah. “Non cercate di indovinare il futuro e non fate magia” (Vaykrà 19,26). “I nostri Maestri – spiega Settimio Pavoncello, assessore al culto UCEI – ci insegnano che il futuro non si indovina ma costruisce. Che solamente attraverso lo studio siamo in grado di fare domande, capire, confrontarci con gli altri per arrivare a una visione a 360 gradi che permetta di valutare tutti gli aspetti di una problematica. Lo studio è la nostra risposta a chi si illude di trovare scorciatoie rivolgendosi a lestofanti che promettono vane illusioni”. Yom HaTorah è soprattutto un momento gioioso. L’opportunità per affermare la centralità dello studio come attività quotidiana appannaggio di tutti, senza cerchie ristrette di beneficiari. L’occasione, attraverso una giornata a porte aperte, “di festeggiare nel modo migliore i nostri Maestri”. Accanto alla rabbanut italiana ospiti di prestigio internazionale. Rav Michael Monheit, lo studioso di pensiero ebraico Haim Baharier e ancora rav Yosef Carmel, rosh yeshivah di Eretz Chemdà, protagonista al Collegio rabbinico. Da segnalare anche le attività organizzate in collaborazione con l’Unione Giovani Ebrei d’Italia come la cena tra studio e convivialità RashiSushi, esperienza già proposta con successo a Roma e a Milano e adesso allargata a un numero ancora più significativo di Comunità. Una giornata declinata nel segno della “havrutah”, l’usanza di studiare e confrontarsi con uno o più compagni di pari livello, e che avrà nelle lezioni genitori-figlio, grande momento di arricchimento reciproco, uno dei suoi pilastri narrativi. L’immagine evocata da Pavoncello prende spunto dallo Zohar: uno studioso di Torah come un albero in mezzo al campo che dà frutti rigogliosi. Gli stessi frutti di cui ci si aspetta possa beneficiare tutta la comunità ebraica italiana con Yom HaTorah. L’attesa intanto cresce e si arricchisce il calendario di eventi distribuiti nelle varie kehillot (per maggiori informazioni www.yomhatorah. it). “Affrontiamo questa seconda edizione – commenta il maskil Gadi Piperno, coordinatore del Dec UCEI – con l’auspicio che sia un momento di accrescimento collettivo per tutto l’ebraismo italiano”.

Pagine Ebraiche, marzo 2013

(5 marzo 2013)