Informazione – Il giornale comunitario romano lancia accuse sulla base del proprio modo di intendere il pluralismo

Le elezioni politiche, le aspettative degli ebrei romani per l’elezione del nuovo pontefice, l’imminente festività di Pesach alle porte. Sono alcuni dei temi affrontati nel numero di marzo del giornale comunitario romano Shalom che sarà distribuito nei prossimi giorni. In un editoriale intitolato “Uno strano concetto di pluralismo” il responsabile della pubblicazione annuncia alcune novità legate alla testata: il potenziamento dell’offerta sul web e sui social network, la realizzazione di un giornale online in cui sono ripetute le notizie della settimana, la partnership con il bollettino comunitario triestino Jarchon. Appigliandosi ad alcune considerazioni contenute in un intervento del demografo e politologo Sergio Della Pergola, consigliere strategico di molti leader israeliani negli anni recenti, apparse sul numero di febbraio del mensile dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche in merito alla diversità di opinioni espresse dalla stampa ebraica in Italia (si erano messi a confronto fra l’altro “il centro pluralista” di Pagine Ebraiche e “l’estrema romana” di Shalom”), si attacca lo studioso, affermando che “si limita a un giudizio lapidario, senza portare alcuna prova né dell’estremismo di Shalom né del pluralismo del giornale che lo ospita”. Il direttore deduce poi la sua idea di pluralismo da un dizionario in suo possesso, sostenendo che l’autentica libertà di espressione per l’ebraismo italiano dovrebbe essere garantita dalla sommatoria e dalla contrapposizione di pubblicazioni ideologicamente schierate e monologanti, più che dalla costruzione di spazi comuni nei quali coesistere accettando la diversità altrui e la distinzione fra opinioni e lavoro giornalistico professionale. “Non la libertà di far scrivere quello che si vuole all’interno di un giornale – si sottolinea – ma offrire ai lettori e agli inserzionisti la possibilità di scegliere quale giornale leggere”. Un tanto serve anche per abbandonare la propria veste professionale ed entrare direttamente nel dibattito politico, accusando componenti dello stesso Consiglio della Comunità ebraica di Roma, editrice del giornale, di volere, con il pretesto di limitare i costi, soffocare il giornale comunitario sulla base delle loro pregiudiziali politiche.
L’editoriale rivolge poi un violento attacco anche all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, colpevole, a detta del direttore, di avere inizialmente “a lungo osteggiato” il progetto di una legge che punisca il reato di negazionismo. Pur non fornendo ulteriori particolari, si adombrano quindi fatti a conoscenza della redazione del giornale che se confermati sconfesserebbero il paziente lavoro di analisi e raccordo condotto fra l’Unione, i principali enti ebraici e l’esecutivo per garantire, al di là delle affermazioni retoriche, solidità, efficacia e piena costituzionalità a eventuali provvedimenti, oltre che intera applicabilità delle norme già esistenti.
In un lungo articolo dedicato alle elezioni politiche dello scorso febbraio, la giornalista e parlamentare uscente Fiamma Nirenstein definisce poi la destra e la sinistra categorie politiche obsolete e attacca quella corrente dell’ebraismo italiano “che si definisce sinistra” e che marginalizzerebbe, “stavolta sì ontologicamente, l’importanza di Israele di fronte a quella dell’identità diasporica dell’ebreo”. Sul banco degli accusati finiscono in questo caso, assieme allo stesso Della Pergola, anche la storica Anna Foa e la docente Anna Segre (che vengono accusati di aver manifestato interrogativi e perplessità, all’indomani delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sul fascismo e le persecuzioni che il presidente Ucei aveva definito prive di fondamento storico e di valore morale e all’indomani di un appello nato del mondo degli Italkim), riguardo alla possibilità che la candidata Pdl Sharon Nizza, in seguito risultata non eletta, potesse rappresentare efficacemente l’insieme dei valori e delle idee degli ebrei di origine italiana che vivono in Israele.

(12 marzo 2013)