Venezia – Riccardo Calimani alla presidenza

Riccardo Calimani è il nuovo presidente della Comunità ebraica di Venezia. Storico, scrittore, presidente della Fondazione Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, sarà affiancato in Consiglio dal vicepresidente Corrado Calimani, dal terzo membro di Giunta Marcella Ansaldi e da Tally Ruth Elhyani.
I tre candidati eletti Barbara Bottecchia, Mario Gesuà sive Salvadori e Luciano Silva hanno comunicato sin dal giorno dopo le elezioni la loro indisponibilità a ricoprire l’incarico.
Nella lettera che ha voluto indirizzare agli iscritti e che riportiamo integralmente di seguito, il neo-presidente ha posto l’attenzione sul delicato momento storico e sul bisogno di essere coesi, accettando le diverse opinioni e posizioni che ogni ebreo ha il diritto di esprimere.

“La sfida dell’unità e della coesione”

Mai come in questo momento sento il peso di una grande responsabilità nei confronti di ognuno degli iscritti a questa antica e gloriosa comunità che, nel corso dei secoli, ha subito oltraggi e discriminazioni. Permettetemi di ricordare, come unico esempio, il professor Giuseppe Jona z.l. che si suicidò il 16 settembre del 1943 per opporsi alla violenza nazifascista.

Sia il suo ricordo in benedizione.

Mi rivolgo a voi per invitare tutti, in questo delicato momento della vita della nostra Comunità (e anche del nostro Paese), ad essere generosi, a superare le polemiche non motivate, le insidie dell’egoismo. Tutti insieme dobbiamo collaborare e, con armonia, affrontare, senza aprioristiche preclusioni, i delicati problemi che sono davanti a noi.

Non abbiamo ancora cominciato il nostro compito. Chiediamo di essere giudicati non sulla base di pregiudizi, ma in base ai nostri comportamenti. Sia ben chiaro: non intendo chiedere a nessuno di rinunciare all’indipendenza di giudizio e anche alla proverbiale litigiosità che caratterizza ogni gruppo ebraico, ma chiedo di sfruttare questa energia vitale per nobili scopi, per combattere l’ingiustizia che spesso ci circonda, per favorire la vita di una piccola Comunità che vuole esistere e magari, se possibile, prosperare.

Questa Comunità non deve, né può essere feudo di pochi che, per via di un piccolo potere, non ascoltano gli altri.

Ognuno, per quanto possibile, deve contribuire al buon funzionamento e portare il suo aiuto: solo così saremo una vera comunità. La trasparenza deve essere una condizione necessaria e nessuna opacità può essere accettata.

Se la responsabilità sarà del Consiglio eletto, i metodi di gestione saranno aperti a tutti e tutti potranno rendersi conto della validità delle scelte messe in atto.

Il tema è cruciale e avremo modo di parlarne ancora.

Inoltre questa Comunità deve essere luogo di incontro di tutti gli ebrei veneziani, ognuno con la sua religiosità, maggiore o minore, e ogni ebreo deve essere ben accolto e tutelato.

Ognuno deve essere portatore di istanze pratiche e di ideali, o di passioni, nel rispetto degli altri. Dobbiamo abbandonare le sterili gelosie e i pregiudizi nei confronti di chi ha qualche idea diversa dalle nostre.
Non dobbiamo escludere, ma includere. Ogni ebreo ha il diritto di essere ascoltato.

Nessun ebreo può vivere senza la propria Comunità. Abbiamo dietro alle spalle qualcosa di importante, di prezioso che non possiamo perdere, qualcosa di intimo e di inafferrabile da trasmettere. Dobbiamo conservare il nostro essere ebrei, il nostro ebraismo e trasmetterlo alle future generazioni.

Dobbiamo essere aperti al mondo che ci circonda, non solo perché ne abbiamo bisogno noi, ma perché gli altri hanno bisogno del nostro impegno, visto che siamo, talvolta nostro malgrado, sovraesposti e sovrastimati (come numero e importanza).

Confido nella vostra maturità, nella vostra generosità e disponibilità a collaborare, nei vostri consigli e nella vostra prontezza nell’informarvi sul nostro operato. Da parte nostra faremo ogni sforzo per rispondere alle Vostre domande.

Auspico che la nostra Comunità diventi un esempio da seguire, anche per le altre Comunità di Italia e che diventi un modello in città.

Dobbiamo costruire al nostro interno un dialogo fecondo e una vera svolta sarà possibile.

Sono sicuro che ci riusciremo e anche i più tenaci a non crederci saranno, a poco a poco, convinti delle nostre buone intenzioni e daranno una mano al buon esito della nostra vita comunitaria.

Non ho dubbi sulla nostra buona fede e neanche in quella degli altri. Per questo confido nel nostro futuro.
Il Consiglio condivide in pieno quanto vi ho comunicato.
Un cordiale shalom.

Riccardo Calimani, presidente della Comunità ebraica di Venezia

(13 marzo 2013)