Eletto il nuovo Pontefice. Le reazioni del mondo ebraico
Numerose reazioni nel mondo ebraico all’elezione del nuovo pontefice.
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane intende formulare i più fervidi auguri al nuovo Pontefice, Jorge Mario Bergoglio, per lo svolgimento di un magistero che porti pace e fratellanza all’umanità intera. In particolare – scrive in una nota il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna – la speranza è che possa proseguire con reciproca soddisfazione l’intenso percorso dialogico che gli ebrei hanno sempre auspicato e che è stato realizzato anche grazie all’opera dei pontefici che si sono avvicendati alla guida della Chiesa nel recente passato”. Ebrei e cristiani sono da tempo protagonisti di un dialogo aperto e leale e di un confronto serrato che, se svolti nel pieno rispetto delle reciproche autonomie e della pari dignità, ricorda Gattegna, “sono elementi imprescindibili per la costruzione di un futuro di autentica amicizia tra i popoli e gli individui”. Una sfida, la sua conclusione, “alla quale guardiamo con la consapevolezza del lungo e proficuo cammino che è stato possibile percorrere assieme e che dovrà proseguire onorando gli appuntamenti che ci attendono a partire da domani”.
“Un elemento di novità rispetto alle proiezioni iniziali, una sorpresa decisamente positiva”. Così il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana rav Elia Richetti. Nel rivolgere a Bergoglio “i suoi migliori auguri” il rav evidenzia la profondità degli studi e la propensione al dialogo dimostrata da papa Francesco in questi anni. Un pontefice che, sottolinea, presenta molti elementi di novità. Particolarmente significativa, sottolinea, la scelta del nome, omaggio a san Francesco d’Assisi, scelta con la quale dimostra “grande attenzione al sociale e alle persone più deboli”.
“Apprendo la lieta notizia dell’elezione al Soglio Pontificio di S.E. Rev.ma il Sig. Cardinale Bergoglio S.J., da oggi papa Francesco. Nel congratularmi con il nuovo papa per la sua elezione – afferma il rabbino capo emerito di Milano Giuseppe Laras – formulo a Lui i miei migliori auguri, sinceri e fervidi, per la missione di responsabilità e di impegno che lo attende. Le difficili e tormentate vicende del nostro tempo richiedono guide dalla fede salda e sicura e animate da sentimenti di intensa e profonda umanità. Amore per Dio e amore per le creature, è questo il binomio prezioso cui chi è investito di responsabilità deve potersi ispirare in tale difficile e gravoso impegno. Il mio auspicio è che, sotto la sua guida, il dialogo interreligioso, ed ebraico-cristiano in particolare, continui a dare frutti nel solco dell’operato dei suoi predecessori”. Posizione condivisa, tra gli altri, dal rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni: “I rapporti della Chiesa con la Comunità ebraica di Roma e il dialogo con l’ebraismo hanno compiuto dei passi importanti. La speranza è che si possa proseguire il cammino nel segno della continuità e delle buone relazioni. Che possa guidare con forza e saggezza la Chiesa cattolica per i prossimi anni”. Poi, scherzando su Twitter, scrive: “Dopo due ashkenaziti, finalmente un sefardita”.
L’ex presidente UCEI Amos Luzzatto, intervistato dall’Unità, analizza alcune sfide che attendono il successore di Ratzinger. “Il dialogo tra cattolici ed ebrei – dice Luzzatto – non può rimanere una riserva per dotti ma deve diventare un’occasione reale per conoscersi e rispettarsi”.
Tra i vari contributi apparsi sulla stampa italiana di grande interesse l’intervista al ministro per la cooperazione Andrea Riccardi, tra i pochi uomini politici a conoscere personalmente papa Francesco. “Sono sicuro che sarà un papa ecumenico – commenta – Lo so per i colloqui avuti con lui. Tutto diverso da ciò che si pensa dei latino-americani, concentrati sulla Chiesa cattolica. Lui ha per esempio un senso spiccato dell’ebraismo maturato grazie anche alla rilevante comunità ebraica di Buenos Aires”.
Forte emozione anche in Israele dove il presidente della Repubblica, Shimon Peres, ha accolto la notizia come messaggio di “pace” e di “speranza”. L’auspicio, ha proseguito Peres, è che papa Francesco possa presto visitare il paese e che in questa circostanza venga accolto in unico abbraccio da ebrei, cristiani e musulmani.
Rav David Rosen dell’American Jewish Committee rileva “il calore, la dolcezza e la modestia” del capo della Chiesa e sottolinea a Jta la vicinanza espressa alla Comunità ebraica argentina in occasione del terribile attentato del 1994 e in molte altre circostanze.
Per Abe Foxman, presidente dell’Anti-Defamation League, l’elezione di Bergoglio è un fatto rassicurante “per il proseguo del dialogo ebraico-cristiano”.
Rav Jonathan Sacks, rabbino capo del Commonwealth, impegnato in questi giorni in una serie di appuntamenti proprio a Buenos Aires, invia al papa “le sue benedizioni più calorose”.
(14 marzo 2013)